di Francesca Pasquali
FERMO - Una ricerca sulla memoria storica di Rocca Montevarmine, «per rinsaldare il senso di identità e appartenenza a questo monumento e alla storia del territorio».
Si chiama “Memorie di Comunità – Comunità di Memorie” il progetto ideato dall'associazione Sibilla Arte di Carassai e dall'Università popolare di Fermo. Aspettando di sapere se il progetto di riqualificazione del castello, presentato dal Comune valdasino del valore di 1,6 milioni da finanziare col Pnrr, avrà il via libera del Ministero della cultura, resta alta l'attenzione sulla rocca di proprietà del Comune di Fermo, nel territorio di Carassai.
«Una cerniera tra le province di Ascoli e Fermo», la definisce il coordinatore del gruppo di lavoro per la rinascita di Rocca Montevarmine, Alessandro Ciaudano. Che ricorda come la chiesa di Sant’Angelo sia stata un «punto naturale degli antichi scambi commerciali tra i prodotti del mare e quelli della montagna».
Un patrimonio che «può rappresentare un nuovo modello di sviluppo socio-economico per le Marche, con protagonisti la comunità locale e i giovani che vorranno insediarsi nel territorio». Un modello di sviluppo definito “Smart Land”: «Un territorio sostenibile, intelligente e inclusivo che ne reinterpreta il concetto tradizionale, la sua vocazione storica tipica, cogliendo le opportunità dell’innovazione per riabilitarlo e valorizzarlo».
Mentre Carassai presentava il progetto, Fermo puliva l'area attorno alla rocca. Così, oltre alla chiesa di Sant’Angelo in Piano, è tornato alla luce anche il vecchio mulino. «Ci auguriamo – conclude Ciaudano – che continui il dialogo tra istituzioni e associazioni, garanzia di una reale tutela dei beni comuni e storici del territorio, che questo si allarghi alle comunità e a imprenditori della Valdaso, per dare inizio a un processo di valorizzazione della rocca e alla stesura del progetto integrato che rappresenterà il faro per i tanti passi da realizzare insieme».