Ciao Prof, come direbbe Gianni Mura ‘che la terra ti sia lieve’. Originale anche nella morte Gianni Rossetti, giornalista Rai, per vent’anni presidente dell’Ordine dei giornalisti, fondatore e poi direttore dell’Ifg, la scuola di giornalismo di Urbino. Se l’è portato via un infarto, a casa, nel silenzio di queste assurde giornate che avrebbe avuto difficoltà anche lui a raccontare.
Aveva 74 anni, vissuti intensamente, uno dopo l’altro, per gran parte alla guida dell’ordine dei giornalisti, nato nel 1986, che cinque anni dopo prese in mano. Un vero regno quello di Rossetti: vent’anni in cui ha visto crescere giornalisti di ogni tipo e siccome non gli bastava, decise di formarne di migliori. Perché con questo obiettivo era nato l’Ifg, preparare giovani professionisti che avrebbero dovuto arricchire il sistema dell’informazione, locale e nazionale. Anche se fosse stato per lui gli allievi sarebbero tutti finiti a Repubblica o al Sole, perché più preparati.
Questo era uno degli aspetti belli di Rossetti, per lui chi lavorava ad Ancona valeva tanto quando chi stava a Milano o Londra. Era il modo di fare giornalismo la vera differenza. E lui, insieme a Rizza, Roidi, Tedeschini Lalli, Mantovani e poi Elisei ha davvero dato l’anima per noi, al tempo giovani, giornalisti in erba. Il 14 marzo ci sarebbe dovuta essere la grande festa per i trent’anni dell’Ifg, ma il maledetto Coronavirus aveva avuto la meglio. Per tutti però era stato solo un rinvio, per Gianni l’ultima occasione. Ma brinderemo per lui. "Una perdita di un giornalista che ha attraversato tutti i media e soprattutto di un amico di tutti noi e della Scuola. A lui va il mio grazie personale per tanti anni trascorsi insieme, per battaglie combattute e spesso vinte grazie a lui" commenta Lella Mazzoli.
Oggi l’avremmo definito un giornalista cross mediale, di quelli che poteva muoversi tra carta e web sempre però con un microfono in mano. La tv è stata la sua vera casa, la mitica mamma Rai con cui è entrato nelle case dei marchigiani, diventando anche un punto fermo del Tg Itinerante, format di punta che insieme a Maurizio Blasi ha reso qualcosa di unico e inimitabile. Sapeva essere serio e al contempo divertirsi.
“Si è dedicato ai giovani, insegnando per anni giornalismo all’Università di Urbino. Un collega pieno di interessi, poliedrico, a cavallo della storia del giornalismo: ha visto la trasformazione dell’informazione, dal piombo al web, dalla televisione al multimediale. È con profondo dolore che i Consigli di ieri e di oggi hanno appreso la notizia della sua scomparsa” sottolinea Franco Elisei, oggi alla guida dell’Ordine regionale.
r.vit.