FERMO – Il segno della croce, quello in presenza, si avvicina. “Da lunedì – esordisce Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo - ritorneremo a celebrare la Messa in presenza del popolo. Ringraziamo il Signore, l’Eucaristia è il centro della nostra vita, e proprio in questi ultimi mesi in cui non ci era dato di parteciparvi pienamente, lo abbiamo sperimentato fortemente”.
Pennacchio è da sempre convinto che questo periodo di costrizione in casa abbia rafforzato il senso di unità: “Col nostro sacrificio siamo stati solidali con la fatica degli operatori sanitari, dei volontari e di quanti non si sono risparmiati nell’alleviare, anche a costo della vita, la sofferenza altrui. Restando a casa il più possibile e privandoci di svaghi, passeggiate, incontri tra amici, attività parrocchiali, abbiamo imparato che la vita dell’altro va tutelata anche a costo di mettere da parte i nostri bisogni immediati”.
L’impegno del singolo per far stare bene l’altro: “Non abbiamo fatto la comunione ma, imparando a rispettarci e a servirci reciprocamente, la spiritualità eucaristica ci ha misticamente accompagnati insieme con sacerdoti e operatori pastorali che, durante l’emergenza sanitaria, hanno mantenuto vivi i legami di fraternità con la loro creatività e inventiva”.
Lunedì, però, bisognerà fare attenzione. E il vescovo su questo è chiaro: “Come nessuno di noi oserebbe mancare di rispetto al pane eucaristico, vi invito a considerare il rispetto scrupoloso delle norme indicate per la celebrazione come rispetto dovuto al Corpo di Cristo che è la Chiesa, la comunità, i miei fratelli e le mie sorelle che con me partecipano alla Messa. All’inizio occorrerà pazienza, disponibilità di cuore e spirito di collaborazione con i volontari che faciliteranno la partecipazione; probabilmente sarà necessario arrivare in chiesa con un certo anticipo e - perché no - dare la propria disponibilità al parroco nel fare “servizio d’ordine”. Sono certo che in breve tempo, impareremo a convivere anche con le singolari modalità celebrative della cosiddetta fase 2” prosegue l’arcivescovo.
Tutti attendono di poter tornare alla ‘normalità’, ma il tempo non è ora. “Non possiamo sapere se e quando le precauzioni che ci vengono richieste verranno aggiornate; non sappiamo se potremo assicurare le attività estive nelle stesse modalità degli scorsi anni, né in quali forme riprenderà l’attività pastorale il prossimo autunno. Andiamo avanti con fiducia poiché nella speranza siamo stati salvati (Rm 8, 24), certi che il Signore non ci abbandona mai e ci condurrà verso beni più grandi”. E infine, la preghiera a Maria: “Che ci accompagni e ci protegga”.