FERMO – Che bella Fermana, che bei tre punti. Partita controllata dal primo minuto, giocata con intelligenza e vinta con pieno merito grazie alla rete di Montini e chiusa con un paio di tocchi di Giandonato da far rivedere in tv ai ragazzini delle scuole calcio. Una signora squadra che ora merita di avere uno sponsor sulla maglia, che troneggi sul petto dei giocatori.
Un bel primo tempo quello della Fermana. L’aria di casa fa bene ai canarini, soprattutto a Curatolo che si muove su tutto il fronte dell’attacco e ha sui piedi le due occasioni più nitide della partita. Tolta la traversa su punizione presa da Giandonato dopo una pio di giri di lancetta.
Solo che il numero 9 non trova mai la porta, anche se ci va vicino. Come nell’azione al 31’ quando Giandonato trasforma il pessimo terreno del Recchioni, buche e chiazze ogni due metri, in un tavolo da biliardo. Trenta metri di passaggio con la palla che sembra quella dei videogiochi che avanza senza cambiare mai traiettoria. Raggiuge i piedi di Curatolo che tra due riesce a incrociare sul secondo palo. Ma niente.
È l’ultima giocata della punta che da qual momento prima si butta a terra, entra in campo Minnucci con ghiaccio e acqua, poi zoppica e infine chiede il cambio. Troppo il dolore per il colpo preso vicino al malleolo. Cambia così il piano tattico di mister Bruniera, che intanto punta a chiudere al meglio il primo tempo con l’inserimento di Grassi.
Ma è chiaro che aveva costruito il gioco, e bene, con Montini a fare da sponda e Curatolo a prendersi ogni spazio possibile in velocità. Dietro si rischia poco, anche se il Pontedera è veloce nelle ripartenze, in 45’ ha tirato in porta solo una volta e senza creare problemi a Borghetto. Che si conferma molto sicuro sule palle alte. Giandonato resta l’osservato speciale per gli ospiti, tanto che mister Canzi dopo 25 minuti cambia la marcatura e affida i piedi “da due categorie superiori” del perno della Fermana a Benedetti dopo il trattamento ruvido di Catanese. Qualche giallo di troppo per i canarini che si fanno prendere dal nervosismo dopo un fischio contro Spedalieri all’interno di un primo tempo arbitrato all’inglese da Angelillo da Nola.
La ripresa inizia con il sole finalmente tramontato, un vantaggio per i canarini che non ce l’hanno avuto contro come il Pontedera nel primo tempo. Pontedera subito protagonista, due tiri in pochi secondi. Ma la Fermana reagisce, il pubblico la carica con cori e bandiere. Prima un ‘quasi’ gol di Grassi, anticipato sulla riga, poi il colpo di testa in tuffo di Montini a chiudere un veloce contropiede. E in mezzo, al 4’ del secondo tempo, il primo rosso che va generosamente a colpire Guidi, centre del Pontedera. Uomo in meno per gli ospiti, che si trovano così a dover gestire la voglia di vittoria dei canarini. Tanta è la voglia che Lavarone si prende anche lo sfizio di tirare dai trenta metri, ma l’esito è meglio non raccontarlo.
Dopo lo sfogo inziale del Pontedera, la fermana torna padrona del campo, anche perché dietro c’è Spedalieri che non fa passare nulla e permette a Calderoni e Padella pure di partire palla piede, tanto si sentono le spalle coperte. E proprio da una cavalcata di Padella arriva il gol. Esce dalla difesa palla al piede fin a centrocampo apre per Grassi che vede Misuraca solo a centro area, il fantasista controlla, fa saltare il portiere e passa a Montini che deve solo metterla dentro. È il 19esimo e la Fermana è meritatamente in vantaggio.
Il Pontedera però non si spegne, anzi. “Concentrati” urla dalla panchina Bruniera dopo un paio di passaggi sbagliati al limite dell’area. Il pallone rimbalza troppe volte nell’area di Borghetto, che però non rischia mai nulla davvero. Grassi fa il suo dovere davanti, ovvero corre e pure tanto. La girandola di cambi non modificano l’assetto tattico, ci pensa Semprini a fare il lavoro sporco nella metà campo offensiva compensando il calo, inevitabile, dei suoi che per 60 minuti hanno tenuto un ritmo a dir poco brillante.
La partita si chiude con il gol mangiato da Eleuteri e l’ingresso del giovane Vessella, che salva il minutaggio degli under, e permette ai canarini di fare festa in campo e dietro la scrivania della società. Che la prima partita l’ha vinta nel segno di Carlo Mazzone, avendo in tribuna la figlia e la nipote che il presidente Simoni ha omaggiato con un mazzo di fiori.
Raffaele Vitali