In vista della programmazione del prossimo anno scolastico, il consiglio regionale è tornato a discutere delle difficoltà delle rete scolastica.
Il quadro del dimensionamento scolastico nella nostra provincia appare oggi molto preoccupante, soprattutto per quei territori poco urbanizzati, che tra l’accorpamento di diverse classi e la cancellazione di alcune tipologie di corso potrebbero subire un duro colpo a causa dell’aumento del fenomeno dello spopolamento.
Un problema che non riguardo solo cratere sismico, ma anche altre comunità, che pure devono essere salvaguardate. Molte sono state le segnalazioni giunte in queste ultime settimane da parte di sindaci e famiglie che assistono impotenti al venir meno della continuità didattica e a un indebolimento dell’offerta formativa.
Penso in particolare alle incertezze che gravano sull’avvio della classe prima dell’indirizzo Agrario di Montegiorgio e della classe terza dell’Ite di Amandola, sulle sedi di Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio dell’Iis “Urbani”, senza dimenticare le criticità inerenti le scuole primarie e secondarie di primo grado nei comuni di Magliano di Tenna, Massa Fermana, Francavilla d’Ete, Falerone, Montefortino, Montottone e Ponzano di Fermo, Campofilone, Lapedona e Torre San Patrizio.
La giunta regionale si è mossa sicuramente in ritardo, ma se c’è la volontà politica di collaborare tutti insieme per dare soluzione ai problemi che caratterizzano la scuola nella provincia di Fermo, come nel resto della regione, ancora siamo in tempo per sanare alcune delle principali criticità.
Per tale motivo ho chiesto l’anticipo della discussione della mozione che ho presentato alcuni giorni fa. Sarebbe infatti importante approvare un documento unitario che rafforzi la posizione dell’assessora Giorgia Latini sui tavoli nazionali, a partire dalla Conferenza delle Regioni e dalla Conferenza Stato-Regioni, dove andrà posto il tema dell’aumento delle risorse volte rafforzare la nostra rete scolastica.
Anche perché, dobbiamo ribadirlo, non ha alcun senso continuare a finanziare la costruzione di nuovi plessi per accorpare classi e indirizzi, se poi non ci sono i soldi per pagare gli insegnanti. Questa politica porta solo a realizzare delle cattedrali nel deserto, invece noi abbiamo bisogno di scuole che contribuiscano a tenere in vita le nostre comunità.
*Fabrizio Cesetti, consigliere regionale PD