di Raffaele Vitali
MONTEGIORGIO – La strada non è semplice, bisogna seguire bene le indicazioni. Qualche sali e scendi, un paio di bivi e poi, all’improvviso, il cartello: Cerreto di Montegiorgio. Un luogo fuori dal tempo, un mini borgo di poche case che circondano una chiesa senza tetto e finiscono vicino alla chiesa, questa consacrata, ricchissima di affreschi. Un borgo che dipende da Montegiorgio, pur stando a due passi da Rapagnano, che per due giorni all’anno cambia il suo calendario e piomba nel Medioevo.
Il merito è di ‘Rivivi Cerreto’ guidata da Giuliano Clementi, del musicista studioso Marco Rapazzetti, del giornalista cantore Adolfo Leoni, di una amministrazione che crede nella cultura. Ma soprattutto dei 130 volontari che il 3 e 4 giugno trasformeranno il mini borgo.
“Vedete, qui scelse di fermarsi Joice Lussu con un suo gruppo di amici. Aveva preso questa casa per vivere al meglio i suoi ideali”. “Qua, invece, c’era la dogana”. “In questa chiesa ci sono affreschi del seicento, opere d’arte in parte salvate”. C’è anche questo che si scopre passeggiando tra i vicoli e i parchi, rimessi a nuovo dall’associazione con il Comune, con tanto di area spettacoli fatta con tronchi di legno. Un luogo da scoprire tutto l’anno, di certo da non perdere quando per comprare un piatto medievale o del sidro si userà il cerro, moneta coniata appositamente per l’evento.
Michela Vita, assessora uscente che verrà confermata nel suo ruolo tra pochi giorni, è entusiasta: “Udite udite…’ dopo cinque anni, che sono stati lunghissimi torniamo in questo luogo. Che amo in modo viscerale. Dopo il teatro Alaleona è quello che preferisco. Qui si respirano benessere e misticità, qualcosa di unico per una due giorni che ha le caratteristiche giuste: ricucire il tessuto sociale dei territori; fare in modo che in tanti contribuiscano all’evento; mostra le bellezze che Montegiorgio ha in 48 km di territorio e qui si trovano in poche centinaia di metri.
Un borgo che racchiude tanta arte. “Cerreto non è solo due giorni di festa, è un’area che grazie all’associazione si apre a gli stessi montegiorgesi che magari non la conoscono ancora. Qui c’è una comunità che si muove e vorrei che la comunità montegiorgese la prendesse come esempio: lavorare insieme peer esportare la bellezza con passione e grazia. Questo sarà il primo di tanti eventi” promette la vita
Amicizia e comunità sono le due parole chiave per Adolfo Leoni che sarà protagonista in due momenti: “Questa associazione ci mette fatica e soldi. Cerreto la bellezza. Ma senza l’uomo, non vivrebbe. Si parla tanto di ecologia, di natura: qui vediamo come si cura la casa comune”. Dirlo da dentro la chiesa che ha il cielo blu come tetto lo rende ancora più credibile.
Leoni è protagonista di due momenti: la prima è l’intervista impossibile a papa Sisto V. “Ho creato un dialogo, raccogliendo documenti anche dalla biblioteca vaticana. Sisto V lo incontro tutte le sere in piazza del Popolo a Fermo e ho deciso di intervistarlo, per rendere merito a chi andava a dorso di mulo fino a San Leonardo di Montefortino mentre gli altri prelati giravano a cavallo. Uno spirito francescano”. Con Leoni ci sarà la corale della Cavalcata, in onore di Cerreto che un tempo portava il palio.
Il cantore del territorio prosegue nel suo lavoro di conoscenza, che vuole condividere. “Cerreto Medievale non è una festa inventata, qui nei secoli una fiera c’era, passavano pellegrini, c’era la dogana e c’era un grande legame con Alteta dove c’era una casa con una teca sempre con ampolla e acqua. Era la condizione per poter essere proprietario di quella abitazione”. La storia arriva ai nostri giorni, anche quando non ce ne accorgiamo. Un aiuto sempre da Leoni che presenterà, dialogando con Marina Vita, il suo ultimo libro dedicato ai luoghi e alle pietre che parlano se gli poni la domanda giusta.
Storia è anche quella che racconta con le foto Claudio Marcozzi: “La mia prima volta a Cerreto erano gli anni ’90. In questa chiesa c’erano rovi e alberi alti. Vederla così, emoziona. Nella due giorni va in scena un concorso fotografico, in cui i visitatori dovranno raccontare il loro ‘sguardo sul medioevo’. Lo possono fare con quattro immagini singole o legate tra di loro”.
Marco Rapazzetti, direttore artistico, si occupa degli spettacoli. “Da oltre 20 anni con gli Errabundi Musici mi occupo di musica antica. E da sempre Cerreto è il nostro campo base, da cui partiamo per i festival di mezza Italia”. Sono tanti i mercanti che sono passati per le vie del borgo, tanti armati hanno difeso le mura del castello. “Qui si respira storia e noi con Cerreto Medievale facciamo rivivere quello che c’era. Senza inventare”.
Filo conduttore sono i tanti spettacoli. Nelle due chiese si alterneranno concerti d’arpa storica, rappresentazioni teatrali, l’investitura del cavaliere e corali. Ci saranno musici, giullari, mercanti, con il boschetto che diventerà un vero mercato, e artigiani. “E poi gli armigeri, con accampamenti organizzati”.
Un grande lavoro per allestire il borgo. Piazze e vie saranno rese medievali e ci saranno piatti tipici, grazie a una ricerca su ricette e birre. “Tanto che ci sarà una birra tedesca che arriva da Monaco fatta con una ricetta medievale” aggiunge Rapazzetti che per questa parte si affida all’oste Elio Sbarbati, che con il suo volto troneggia anche sula locandina.
Per due giorni si comprerà con il cerro.” L’associazione è sempre attiva durante l’anno, tanti i volontari che si muovono. Quando una comunità lavora peer un obiettivo comune vengono fuori cose bellissime. E anche da luoghi piccoli possono nascere grandi cose” aggiunge il presidente.
L’idea di portare migliaia di persone, ne sono attese duemila sabato e altrettante domenica, è già qualcosa di magico: “Nel 2019 organizzammo tutto e dovemmo annullare per il maltempo. Poi è arrivato il Covid. Ora siamo pronti e tanti artisti chiamati, 100 quelli coinvolti, allora hanno detto di nuovo sì”.
La chiosa va al sindaco Michele Ortenzi: “Solo fare la conferenza stampa nella chiesa di Cerreto è evocativo di quello che vivremo. Come amministrazione comunale siamo al fianco dell’associazione. Un evento che qualifica Montegiorgio fuori dai nostri confini. E grazie a Rapazzetti possiamo portare grandi artisti. Non vedo l’ora che arrivi il 3 giugno”.