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C'era una volta l'export: nelle Marche crollano moda e meccanica. Peggio solo la Basilicata

16 Giugno 2020

FERMO – Se non fosse ancora chiaro quanto ha impattato il Covid su una regione già in difficoltà, ci pensano i dati sull’export rielaborati dalla Cgil a certificare la crisi: nei primi tre mesi del 2020 la regione ha esportato beni per 2,7miliardi di euro con un calo del 9,5%. Solo Basilicata e Valle d’Aosta hanno un calo percentuale maggiore.

Non solo, escludendo farmaceutica e cantieristica il calo sarebbe ancora maggiore, in doppia cifra. E, cosa ancora più grave, le regioni limitrofe vanno molto meglio con cali inferiori al 2%. Ad affondare la regione sono, come ormai da anni, la moda e la meccanica. In particolare la meccanica (al netto della nautica) perde volumi di export per un valore di 118 milioni di euro, pari a -10%, con le macchine utensili che registrano -2,7% e gli elettrodomestici -4,8%. Il sistema moda perde invece 106 milioni di euro, pari a -17,0%, più della metà dei quali persi dal settore calzaturiero (-17,0%).

“Se a questi dati si aggiungono quelli su produzione industriale, previsioni del PIL, consumi e soprattutto occupazione - sottolinea Daniele Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche - il quadro che ne deriva è di enorme preoccupazione per la tenuta economica e sociale della nostra regione caratterizzato da un sistema economico e produttivo che ancora deve fare i conti con maggiori ritardi e difficoltà rispetto alle altre aree del Paese”.

Tra l’altro in forte perdita anche l’agroalimentare con 9 milioni di export in meno (-11%) e la gomma-plastica, con 7 milioni in meno (-5,4%). Tiene invece il mobile con un incremento di +1,4%.

A livello provinciale Ancona perde 103 milioni di euro di export (-11,6%), Pesaro Urbino ne perde 54 milioni (-8,3%), Macerata 51 (-12,1%), Fermo 26 milioni (-8,7%) e Ascoli Piceno 20 (-8,8%). “Bisogna affrontare i nodi strutturali del nostro sistema produttivo, dalle infrastrutture alla dimensione e capitalizzazione delle imprese, dall’innovazione tecnologica e digitalizzazione alla qualificazione e valorizzazione del lavoro” riprende.

Poi la Barbaresi aggiunge: "Le risorse stanziate a livello europeo, nazionale e regionale sono importanti e non possiamo permetterci di disperderle in mille rivoli ma finalizzarle per garantire prospettive solide basate sulla sostenibilità economica, sociale, ambientale, cogliendo tutte le opportunità delle nuove tecnologie digitali. Peraltro, proprio allo sviluppo sostenibile e all’innovazione digitale saranno vincolate le risorse europee del Next Generation Fund. Un nuovo modello di sviluppo che abbia al centro il lavoro e la sostenibilità e che richiede un nuovo protagonismo dello Stato nell’economia di questo Paese”.

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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