MONTEGRANARO - Direzione Milano: 100 aziende marchigiane, 61 fermane, sono pronte a sfidare tutte le difficoltà e a intercettare quanto più possibile a livello di buyer e pre ordini partecipando al Micam. Numeri che confermano l’ultima edizione di settembre.
“Per noi il Micam è un appuntamento chiave all’interno di una campagna vendite che presenta molte difficoltà” sottolinea Valentino Fenni, vicepresidente di Assocalzaturifici. Come i colleghi, sabato arriverà a Milano per allestire il suo stand e da domenica a martedì sarà protagonista tra i padiglioni della Fiera di Rho.
Questo, sapendo che c’è una fetta di mondo in guerra. Il settore calzaturiero, stando all’ultimo report di Mediobanca, al Micam arriverebbe con il sorriso: nel 2021 le aziende italiane hanno avuto un giro d'affari di 9,5 miliardi di euro con una ripresa decisa (+21%) rispetto all'anno precedente ma ancora sotto i livelli pre-pandemia (-6%).
Fuori dai confini nazionali il giro d'affari dell'industria calzaturiera mondiale è quantificabile in 298 miliardi di euro e l'attesa è di superare i 320 miliardi di euro nel 2022 (+7,5%).
Le aspettative di un ritorno al 2019 quest'anno rischiano tuttavia di venir vanificate dalla guerra in Ucraina a causa delle ricadute sui prezzi di energia e materie prime e sull'export. Per quanto la Russia valga solo il 2,7% dell'export made in Italy, le sanzioni potrebbero limitare la spesa dei consumatori russi, quelli interessati alle scarpe di fascia alta dove l'Italia è leader mondiale. La Russia è il decimo mercato di sbocco della produzione italiana mentre l'Ucraina si ferma allo 0,4% (26esimo posto).
Nonostante le criticità, sono stati confermati i numeri dell’ultima edizione. “Sappiamo tutti che questo doveva essere il Micam della rinascita, soprattutto dopo le lunghe trattative che avevano garantito, grazie al supporto di politica e Camera di Commercio delle Marche, l’accesso ai clienti vaccinati con Sputnik” ribaidisce Arturo Venanzi, reggente di Confindustria Fermo.
Il conflitto tra Russia e Ucraina ha però cambiato lo scenario. “Assocalzaturifici ha sollevato il problema degli aiuti alle imprese più esposte. È un tema che stiamo affrontando anche con i vertici della Regione Marche, che sta cercando uno strumento adeguato. Ma i tempi della politica non sempre sono quelli dell’economia. Per cui, in attesa di soluzioni, bisogna vendere. Il Micam – riprende Fenni - è un’occasione, che si abbina agli showroom, grazie anche al piano di incoming di Assocalzaturifici che garantirà la presenza dei buyer più importanti. La domanda è con che spirito arriveranno i buyer? Gennaio e febbraio non sono andati bene a livello di vendite, la gente è preoccupata. Ma dobbiamo sperare e come sempre convincerli con la nostra qualità”.
Secondo Mediobanca, per Mosca gli effetti del conflitto riguardano anche la clientela ad alta capacità di spesa che nel 2021 ha rappresentato fra il 3 e l'8% di chi ha fatto shopping nei negozi europei: tale percentuale rischia di calare al 3-5% se la guerra terminerà presto ma nello scenario più pessimistico di un conflitto duraturo con una estensione delle sanzioni e maggiori problemi per i cittadini russi di uscire dal loro paese le vendite rischiano invece di avvicinarsi allo zero.
Al momento comunque l'Italia è il terzo esportatore mondiale (preceduta da Cina e Vietnam) per valore con l'8% dell'export complessivo (e l'ottavo per volume) grazie a una produzione di fascia alta, dove è numero uno.
E proprio le Marche sono le più esposte in Russia, avendo un canale diretto costruito tra ani 90 e 2000, con aziende che fatturano fino all’80% nel mondo russo. “Come sempre i calzaturieri non si fermano, di fronte a nulla". All’interno dei padiglioni di Fiera Milano Rho esporranno, dal 13 al 15 marzo, quasi 600 aziende e 850 brand. Di queste, cento sono marchigiane. “Il distretto fermano maceratese è come sempre il cuore del Micam. Sono 61 le imprese associate a Confindustria Fermo che esporranno, 28 quelle di Macerata, sette picene, una pesarese e una da Ancona” aggiunge Venanzi.
Un Micam sempre più nel segno della sostenibilità. “Non è più una sfida, è il presente. Come associazione stiamo lavorando per promuovere e rafforzare il marchio di certificazione Vcs (Verified and Certified Steps), che punta ai più alti standard di sostenibilità. Nei prossimi mesi partiranno percorsi di supporto per accompagnare le aziende e favorirne la certificazione. Vcs, tra l’altro – aggiunge Venanzi – è anche un software che indica i benchmark e le iniziative che permettono alle aziende di migliorare o costruire il proprio impatto di sostenibilità”.
Confindustria Fermo, insieme con Regione e Camera di Commercio, sarà presente con lo stand istituzionale nel padiglione 1, B10