di Francesca Pasquali
FERMO - Centinaia di bottiglie di birra gettate nella scarpata di via Agnozzi. Decisamente troppe per pensare a qualcuno che se n'è liberato dopo aver alzato il gomito.
A disfarsene, con tutta probabilità, è stata qualche attività commerciale che, invece si smaltirle regolarmente, li ha prima riattappate e poi buttate nella vegetazione. Poco fa erano ben visibili lungo la strada. Un tappeto di vetro color ambra scuro. A portarcele Sonia Trocchianesi e Cinzia Cotini, volontarie del gruppo ‘Nel nostro piccolo’, all'opera, stamattina, da normali cittadine. E non è la prima volta che lo fanno.
“Perché da tempo – spiegano – la zona è invasa dai rifiuti abbandonati”. Così, loro si armano di secchi, guanti e sacchetti e ripuliscono la scarpata. Era successo già qualche giorno fa, ma, nel giro di una settimana, l'area era di nuovo piena di bottiglie.
“Chi sa non fa niente”, denunciano le due volontarie, mentre guardano avvilite il bottino della mattinata. Per smaltirlo, hanno chiamato l'Asite. Il movimento lungo la strada attira l'attenzione di qualche automobilista che, rallenta, dà uno sguardo e se ne va.
“Da monte Cacciù abbiamo portato via tre tonnellate di rifiuti. Di tutto. Anche la Pompeiana è messa male” raccontano. E spiegano che, poco più avanti, un'altra scarpata è piena di coperte e piumoni. “Dovremmo imparare a prenderci cura di quello che è pubblico, perché è di tutti e perché ne va del nostro futuro e di quello dei nostri figli” spiegano lanciando un appello anche al Comune di Fermo: “Devono capire che non esistono solo i sampietrini di piazza, il verde va curato ovunque, anche perché lì l'insalata non ci cresce”.
Intanto, non si arrendono. E “visto che il Comune ha paura che ci facciamo male lavorando a bordo strada, abbiamo chiesto di poter operare in sicurezza, con qualcuno che regola il traffico in strada mentre ripuliamo le scarpate”.