*Fiumi di parole, si sarebbe detto anche di piombo, ma ormai i testi volano sul web, quando si parla di infrastrutture. Il Fermano paga il gap accumulato in decenni di scarsa considerazione a livello regionale. Ma paga anche la scarsa visione dello Stato, che ha bloccato tutte le principali infrastrutture fuori dalla regione o alla sua metà.
Parole che dimenticano molto spesso che il futuro è green e, soprattutto, è delle nuove generazioni. Quelle che non stanno partecipando alle discussioni, che sono nelle mani di intellettuali, ingegneri e pensatori che di questo presente sono stati protagonisti.
Generazioni che vivono con il mito del cemento, con quel grigio che quando arrivava in un campo significava progresso, sviluppo, connessioni. Ma è ancora così? E soprattutto, ha senso continuare a chiedere quello che già si sa che la politica non vuole, ovvero sei nuove corsie di Autostrada e altrettanti caselli in mezzo alle verdi valli?
Si sa già che la Regione, nel dialogo con ministero e Aspi, ha ottenuto un primo risultato: la terza corsia si farà, non in sede, impossibile per i cavalcavia attuali, ma con lo spostamento verso valle di una carreggiata.
Quindi, di cosa si parla? Sarebbe meglio ragionare su altre forme di mobilità, su altre tipologie di investimenti, consapevoli che la mare-monti non verrà mai completata e che la Mezzina, se procederà, compenserà la fame di cemento tra le valli.
Le strade sono disegnate, forse è ora di guardare ai binari, che non significa solo Alta velocità, che è richiesta e finanziata dall’Europa. A quella mobilità che sa di green e soprattutto di futuro, di turismo, di giovinezza, di visione di cui la piccola provincia è sempre stata povera.
*direttore www.laprovinciadifermo.com