di Raffaele Vitali
FERMO – “La furbizia non vale l’intelligenza”. Parte da qui Giambattista Catalini, consigliere comunale di minoranza e chirurgo stimato, per descrivere la situazione politica in vista delle elezioni di settembre, in particolare quelle comunali di Fermo. “Siamo nell’era del mega Paolo (riferito a Calcinaro, ndr) ma trovo desolante quello che sta accadendo nel centrodestra”.
Il dottore cinque anni fa è stato il candidato sindaco di quel mondo politico, “ma già allora partii azzoppato (ha preso il 17,8%) per via dell’attuale assessore Torresi che dirottò Fratelli d’Italia dentro il civismo di Calcinaro, decretando la mia sconfitta (al primo turno, al ballottaggio è andato Zacheo, ndr)” prosegue.
Quello che oggi Catalini nota è una rassegnazione e un banale tentativo di salire sul carro dell’annunciato vincitore, che però è sempre più pesante. “Monsignor Bellucci lo diceva spesso: ‘Fermo è un luogo aperto, un luogo di incroci, ma Fermo è anche dove non si prende posizione’. Chi guida questa città pensa spesso che la furbizia valga l’intelligenza, ma non è così, si creano in questi casi solo delle realtà Arlecchino che non portano da nessuna parte”.
Quello che Catalini si sarebbe aspettato è almeno una compattezza del fronte politico che lo ha rappresentato cinque anni fa. Ma questo non sarà: “Forza Italia e Fratelli d’Italia cosa fanno? A parte una timida Lega, guidata dalla coerenza di Tulli, non c’è chiarezza. Chiaro che poi ‘il pesce puzza sempre dalla testa’, quindi le responsabilità sono multiple. Di partiti senza idee e di chi accoglie tutti per rimanere a galla creando un polverone”.
In questo quadro torna la politica delle promesse che al dottore non piace: “Quando si parla di sanità non è questione di colori. Chiunque porta emodinamica ha il mio appoggio. Ma non è solo quello il servizio che manca: penso – ribadisce il chirurgo, primario all’ospedale di Camerino con anni di esperienza anche ad Ancona e Macerata, ma mai nella sua Fermo – a radioterapia e medicina nucleare. Il punto è che i cittadini fermani pagano le tasse come gli altri della regione, ma hanno meno servizi. Purtroppo ora si troveranno di nuovo pieni d promesse”.
Per lui, civico con una chiara identità politica, è inspiegabile questa corsa alla rinuncia del simbolo: “Quello che mi chiedo, se si presenta solo la Lega e arriva terza, visto che il Pd si è ricompattato anche con Leu, cosa fa Calcinaro. E cosa fa la Lega. Chi va con chi al ballottaggio? Il sindaco non può continuare a essere ondivago, non basta ricevere tutti. Serve una idea, una posizione. Fermo la merita, la furbizia non può sempre prendere il posto della intelligenza. Altrimenti poi si commettono errori pesanti, come quello sull’area Santa Lucia che si poteva comprare a 600mila euro e che invece è finita nel peggiore dei modi”.