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Catalini è il volto Udc: "Mi candido alle Regionali. Subito la bretella Valmir - Fermo". E assicura: "Centrodestra unito alle comunali"

24 Luglio 2020

FERMO – Giambattista Catalini affiancato da Vittoriano Solazzi, ex braccio destro del governatore Spacca, e dal senatore Antonio Saccone in piazza del popolo per annunciare la sua candidatura al consiglio regionale delle Marche. E anche l’impegno del mondo del centrodestra a Fermo in vista delle comunali.

Il medico prende la tessera. “Cinque anni fa il simbolo della Dc era presente nella mia coalizione da candidato sindaco a Fermo. Ma soprattutto sono convinto che rappresentiamo la modernità della tradizione”. È la frase chiave per Catalini: “Chi non migliora peggiora. Lo ribadisco, il mondo è pieno di furbi e non di persone intelligenti”.

Il suo piano è in poche righe: dalla cultura del singolo a quella dell’organizzazione. “Oggi volti noti scrivono ‘faremo’, ‘per il bene delle Marche’. E io mi chiedo: perché non lo avete fatto prima?”. E cita il nuovo ospedale, che doveva essere inaugurato a giugno 2018, poi rinviato a ottobre 2018: “Le parole volano, i fati restano e a Campiglione oggi ci sono solo le gru”.

I popolari rialzano la voce: “Nessuno si fa misurare, ma tutti parlano. Abbiamo la classifica dei sindaci nazionali e qui si è perso più di un posto, ma si fa finta di niente. Abbiamo il quadro economico nazionale con Fermo tra i territori più disagiati. Il punto è che a equità di tasse deve esserci equità di servizio”.

E cita Einstein: “Non tutto ciò che conta può essere misurato. “Insomma, abbiamo venduto la Solgas e cosa abbiamo fatto con i soldi? Potevamo prendere l’area Santa Lucia e invece abbiamo causato un danno da milioni di euro”.

A fronte di tutto questo, il chirurgo è pronto a rimetterci la faccia, ma questa vola in regione.  “Noi cinque anni fa eravamo al fianco di Ceriscioli. Ma non c’è stato in questi anni e quindi non possiamo stare ancora con lui”.

Rivendica la sua lotta contro il 5G e il documento igienico sanitario di Fermo, preparato e mai diventato atto per volontà politica e “così rimasto al 1977”. Con loro c’è anche l’altra candidata, Lucia Parlatoni, avvocato di Fermo con il padre tra i creatori del Ferrero Rocher.

Catalini si rifà a Sigismondo Nardi, che nacque nel 1866 a Porto San Giorgio, città dove risiede. Un pittore che ha avuto più successo fuori dal suo territorio. E così Murri, medico di famiglia che dovette andare a Bologna per emergere. “E ora entro in gioco con lo scudo della Libertas. Oggi non c’è il centrodestra contro il centrosinistra. Con noi il centrodestra, dall’altra parte resta la sinistra, sia chiaro”. E quindi, il medico starà al fianco di Francesco Acquaroli.

Un progetto sui cui punta è la bretella da Valmir al centro di Fermo, 12 chilometri per cui servono 51milioni di euro. E poi la classica Mare-monti che piace durante le elezioni. “Ma si parla dell’arretramento della ferrovia, un mega progetto quando forse ci basterebbe una pista ciclabile, che almeno è realizzabile. Basta con i progetti che non esistono”.

Solazzi battezza Catalini: “È il nostro nome di puta per questo territorio. Lui ha una passione forte e viscerale verso un territorio penalizzato. Questa è una candidatura di servizio a una zona che ha bisogno di amministratori che sappiano farsi carico delle carenze strutturali”. La voce è la stessa di quando guidava il consiglio regionale: “Catalini non parla di cose enormi, ma di elementi chiave. Questo lo rende diverso rispetto ad altri”. critiche promesse non sono nell’indole del veterano del centro marchigiano: “Devo però ammettere che questa è stata una giunta inconsistente. Non ha governato male, non ha proprio governato: bastano due esempi, la sanità e la ricostruzione post sisma. due settori che ha gestito direttamente lo stesso Ceriscioli”. Per Solazzi servono politici perbene: “E Acquaroli è questo, uno che non usa il ‘so tutto io’, ma che sa unire la sua esperienza alla capacità di ascolto”.

Il senatore Saccone, sposato con una fermana, non pensa a un ritorno al passato dell’Udc: “Per questo aggreghiamo liberali e cattolici, l’area di centro deve stare insieme per incidere. Spero torneremo al proporzionale. Serve buonsenso per governare, non urla e scontro. Ho tifato per Conte in Europa, pur votando contro a questo governo. La situazione delle Marche la riprendo dalle parole di Paolo Silenzi, Cna delle Marche: il 90% delle imprese in cassa integrazione e senza prospettiva. Noi siamo contro la politica dei sussidi che non crea occupazione. Bisogna investire, altrimenti senza imprese non andiamo lontano. Il reddito di cittadinanza produce solo debito e così quota 100: non producono lavoro, ma costano 13miliardi l’anno. Era meglio tenere il reddito di inclusione del Pd”.  L’Udc vuole essere la bilancia fra i piatti che altrimenti spostano la politica sullo scontro.

Moreno Bellesi da Amandola è il commissario provinciale che sta creando il team: “Un lungo lavoro per riunire democratici, cattolici e liberali. Il nostro must è l’azione collegiale, scelte condivise che vogliono coinvolgere i giovani, sempre più sfiduciati. Un progetto territoriale”.

Regionali, ma non solo, perché si vota anche a Fermo: “La presenza dell’Udc ci sarà anche alle Comunali. Ci vuole tempo per le opere d’arte, Michelangelo non ha fatto il David in pochi giorni. Sosterremo il candidato del centrodestra”. 

Auspicabile che i simboli ci siano poi alle elezioni: “Non avremo una lista Udc, ma ci sarà il centrodestra, non ho dubbi anche senza Fermo Forte, che invece cinque anni fa era con me. Oggi sta da un’altra parte, ma noi spero che saremo Più Forte di loro e che a livello regionale ci appoggino” conclude il dottore che per presentarsi ha voluto al suo fianco anche il fratello Giuseppe, presidente del consiglio comunale di Porto San Giorgio.

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