FERMO - Un lungo lavoro quello di Paolo Sossai, Fabio Castori e Claudio Puoti. Un libro inchiesta sui ‘Virus intelligenti’ edito da Armando Curcio Editore che è stato premiato nell’ambito della 10a edizione del premio letterario internazionale ‘Città di Sarzana’, patrocinato dalla Camera dei Deputati.
Il libro, selezionato tra le 600 opere pervenute, di cui 200 di saggistica, contiene un excursus del rapporto ‘uomini – virus’ corredato da osservazioni che hanno portato gli autori a concludere che è inutile fare la guerra ai germi, che dobbiamo convivere con loro, cercando di selezionare quelli a noi più utili.
Lo stesso discorso vale per i virus. “Facendo un’eccezione – spiega Sossai - nel libro parliamo anche della peste perché è stata la responsabile di numerose pandemie. La gestazione del libro ha richiesto oltre due anni di lavoro, di ricerche e indagini, e l’idea ha preso le mosse dall’inizio della pandemia da Covid-19. Un tema, quest’ultimo, trattato in tre capitoli da cui emerge che non è vero che non c’erano ‘bussole’ di riferimento su come affrontare questa emergenza pandemica.
Gli autori, Sossai è primario del reparto di medicina interna dell'ospedale di Urbino, Castori è giornalista, Puoti un infettivologo scomparso poco dopo l’uscita del libro, hanno inserito nel testo anche una corposa parte storica.
Del resto, il sottotitolo è ‘La storia dimenticata’ e richisma la Repubblica Veneta (fino al 1797) e Carlo Urbani (2003). “Purtroppo neanche l’esperienza di Urbani – prosegue Sossai – è stata di insegnamento. Urbani aveva convinto le autorità dei Paesi del sudest asiatico a chiudere le frontiere, evitando la diffusione della Sars”.
La critica ha particolarmente apprezzato il capitolo che spiega come laboratori che, in teoria, dovrebbero essere di massima sicurezza nella manipolazione di virus, germi e materiale genetico, in effetti non lo siano. Documenti alla mano nel finale dell’opera viene data anche una spiegazione alla prima diffusione del virus partita in Cina.