di FRancesca Pasquali
FERMO - Trecento case popolari nei Comuni del cratere. È quelle che si potranno sistemare con i trenta milioni assegnati dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) alla Regione. Che
ha pubblicato un bando destinato all’Erap e ai Comuni, che scadrà il 3 maggio e che mira alla riqualificazione dei centri storici, assegnando più punti agli interventi di riuso e recupero e a quelli di adeguamento e miglioramento sismico.
Per l’assessore alla Ricostruzione Guido Castelli, l’«obiettivo di questa importante dotazione di fondi è agevolare il recupero e la ristrutturazione degli edifici di edilizia popolare siti nei centri storici, specie dei piccoli Comuni, essendo quelli che più necessitano di interventi di riqualificazione, perché maggiormente lesionati dal sisma». Ma anche i centri più grandi non resteranno a bocca asciutta.
«Siamo convinti – aggiunge Castelli – che questo avviso sia il giusto mix per soddisfare tutte le richieste e pensiamo che si possa riuscire a realizzare fino a trecento abitazioni popolari». I 30 milioni del bando si aggiungono ad altre misure destinate alle stesse aree. A partire dai 1,780 milioni per la rigenerazione economica del Recovery Plan, «che darà nuova linfa vitale al tessuto sociale di quelle zone, e, più in generale, alla ricostruzione privata che finalmente sta vedendo la luce».
Ma ricostruire non basta. Per rivivere, i borghi vanno ripopolati. E «questo intervento vuole favorirne il ripopolamento, anche con una proposta dedicata espressamente alle fasce di popolazione meno abbienti».
L’obiettivo è fare del cratere un modello di rilancio delle aree interne dell’Appennino. «Nel cratere – chiosa Castelli –, il terremoto non ha fatto altro che anticipare problemi che presto riguarderanno tutte le aree interne d’Italia. Ecco perché vogliamo che se ne faccia non solo il più grande cantiere d’Europa, ma anche il riferimento per studi e soluzioni di interventi ben più completi e strutturati per il recupero di zone oggi desolate».