MONTEGRANARO - Che la politica si accontenti, è logico. Che lo faccia il mondo imprenditoriale, preoccupa. Dopo la dura presa di posizione del presidente di Confindustria Fermo, commentando le decisioni del governo in favore del settore moda all’interno della manovra finanziaria, arriva lo zuccherino dei vertici regionali di Confindustria, Cna e Confartigianato. A questo si aggiunge il plauso di Forza Italia per bocca del suo assessore regionale al Lavoro, Stefano Aguzzi, e della capogruppo Jessica Marcozzi.
Il tema al centro degli interventi sono le otto settimane di ammortizzatori sociali in deroga nel 2024 per le imprese del settore moda che stanno attraversando un momento di crisi occupazionale. “Riguarda i lavoratori dipendenti di imprese, anche artigiane, con un numero di addetti pari o inferiore a 15 operanti. È prevista - aggiunge Aguzzi - l’integrazione salariale, ordinariamente erogata dal datore di lavoro al dipendente e poi rimborsata dall’Inps, potrà essere pagata direttamente dall’Istituto previdenziale nel caso in cui esistano serie e documentate difficoltà finanziarie”.
Un tema che era stato messo sul tavolo proprio dalla Commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni di cui Aguzzi è membro: “Un provvedimento particolarmente utile” aggiunge supporto dal gruppo consiliare guidato dalla Marcozzi.
E così, mentre si attendava la soluzione all’annoso problema del credito d’imposta, che per molte aziende pesa tra i 400mila euro e il milione, che no ha trovato invece risposta, mentre si a sperava i moratorie sui pagamenti, mentre si puntava ad azioni mirate per il settore a livello di decontribuzioni, le associazioni di categoria regionali, probabilmente senza aver ascoltato i propri territori di riferimento, plaudono.
“Una boccata d’ossigeno per le imprese marchigiane del comparto moda e per i loro dipendenti. La crisi del distretto calzaturiero del fermano maceratese” spigano Cardinali, Silenzi e Longhi, ovvero Confindustria, Cna e Confartigianato Marche: “Testimonia sensibilità da parte del Governo e comprensione della condizione delle imprese del comparto moda” aggiungono.
Anche se poi ammettono: “Si tratta di un'azione non risolutiva e che, visti dei rapporti intercorsi con il Ministero, ci aspettiamo che si prendano in seria considerazione ulteriori provvedimenti, con l'obiettivo di salvaguardare la filiera moda delle Marche”.
Che conta numeri ancora importanti, per quanto non si sa visto che i mancati interventi potrebbero portare anche a inaspettate chiusure aziendali: “Nelle Marche – riprendono i tre presidenti - le imprese del sistema moda in attività sono 4.369 di cui 2.676 nel calzaturiero, 1.322 nell’abbigliamento e 371 nel tessile. Gli addetti sono 35.404 di cui 22.326 nel calzaturiero, 10.408 nell’abbigliamento e 2.670 nel tessile. Più dl 70% è concentrato nel fermano-maceratese. Tutto questo meriterebbe altre azioni: alleggerimento degli oneri contributivi a carico delle imprese e unna moratoria del credito con allungamento dei tempi di pagamento, abbattimento dei costi di finanziamento ed eventuale garanzia”.
Ma di questo, come detto da Luciani, che si era confronto coni vertici di Confindustria Moda, nella manovra non c’è traccia.