FERMO – Remigio Ceroni, presidente della Steat, come spiega la questione ‘appalto pulizie dei pullman’ e annessi licenziamenti?
“Bisogna fare chiarezza. Il nostro è stato un appalto serio, dopo che quello precedente era scaduto. Il servizio se lo è aggiudicato un’altra ditta con personale proprio”.
Non assumerà?
“Intanto chiariamo: la Steat non licenzia nessuno. Non possiamo tutelare persone quando c’è una gara pubblica. Non possiamo pagare noi, con tutti i debiti che abbiamo, appalti fuori prezzo”.
In che senso fuori prezzo?
“L’appalto era cambiato sotto covid. Negli ultimi due anni il valore era di 240mila euro. Ma ora siamo tornati a somme normali, parliamo di 90 mila euro”.
Questo ovviamente comporta un minor impiego di personale?
“I servizi sono quelli pre Covid, la ditta uscente poteva anche gareggiare ma ha scelto liberamente di non farlo. Ribadisco che siamo dispiaciuti per chi non avrà più la possibilità di proseguire il servizio e quindi lavorare, ma noi dobbiamo gestire i soldi pubblici, rispettare le leggi e il codice dell’appalto. Ha vinto il miglior offerente”.
Non potevate inserire nel bando la conferma dei dipendenti uscenti, che sono dieci?
“La ditta che ha vinto ha partecipato al tavolo del prefetto. Ha detto che potrebbe riutilizzare qualcuno ma ha anche chiarito che per fare il lavoro normale non servono dieci persone a 12 ore a testa ma ne bastano tre”.
Poteva fare di più?
“La Steat ha partecipato e ha detto come stanno le cose. C’era una clausola di salvaguardia nel bando, ma non esiste un vincolo se non che in caso di necessità di assumere si parta dal personale presente. Ma siccome l’appalto è tornato all’origine, i dipendenti in più non servono per garantire il servizio”.
r.vit.