FERMO - Il giudice di primo grado del Tribunale di Ascoli Piceno ha condannato Massimo Rossi a 400 euro di multa. L’ex consigliere comunale, a giugno 2018, era stato rinviato a giudizio per diffamazione.
A portarlo in aula, insieme ad altre cinque persone, era stata Pisana Bachetti, la supertestimone dell’omicidio di Emmanuel Chidi Namdi. Saputo il verdetto, Rossi s’è detto amareggiato. Ora promette battaglia, «per chiudere questa vicenda, ottenendo piena giustizia».
Assistito dall’avvocata Cristina Perozzi, ricorrerà in appello, non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza. «Ritengo questa decisione assolutamente ingiusta e lesiva del diritto di svolgere compiutamente funzioni politico istituzionali», commenta a caldo.
I fatti risalgono a luglio 2016, pochi giorni dopo la morte del 36enne nigeriano. Rossi, su Facebook, aveva replicato ad alcune frasi scritte dalla Bachetti definendola 'improbabile testimone'.
«Non ho usato assolutamente espressioni offensive o diffamatorie. Se la signora in questione ha subito da altri offese o minacce in seguito alle affermazioni da lei postate nei social e riportate dalla stampa – spiega –, la cosa non può essere imputata a chi, come me, nella propria funzione politica ha espresso considerazioni e perplessità al riguardo in un momento di forte tensione».
Una giornata da dimenticare, quella di oggi, per Rossi. Dopo il vespaio sollevato dalle dichiarazioni del Comitato 5 luglio, di cui è parte attiva, sempre sul “caso Emmanuel”, è arrivata la doccia gelata della condanna.
«Purtroppo – dice –, questo tristissimo strascico della tragica ferita ancora aperta nella città di Fermo è un prezzo che, paradossalmente, viene chiesto di pagare a chi come me, per cultura e formazione, “non si gira mai dall’altra parte”, non esitando a prendere posizione e a condurre battaglie democratiche quando sono in gioco i diritti umani dei più deboli e la civiltà di una comunità».
Francesca Pasquali
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