di Raffaele Vitali
FERMO – Coppia a casa, imprenditori nel sociale fuori. Michela Mandozzi e Matteo Perticari potevano aprirsi il loro bar o ristorante, ma il sogno era un altro e così è nata la cooperativa sociale ‘Casa da Sergio’.
Prima un campo di grano e l’obiettivo di creare la propria pasta home made, poi il salto di qualità passando dalla ‘pasta sociale’ al ristorante sociale.
“Il Covid ci ha dato la spinta che ci mancava” racconta Matteo circondato da nove dipendenti, ognuno a suo modo unico.
Disabilità diverse, fragilità ma anche un'unica certezza che lo slogan sulla maglietta riassume: ‘che la diversità non sia mai causa di divisione ma ricchezza fenomenale’.
Da sette a due soci post pandemia e la forza del sogno che diventa instoppabile. “Il progetto nella nostra testa era chiaro, dovevamo solo allargare il nostro giro di conoscenze per coinvolgere le persone giuste e così abbiamo chiesto all'ambito di Fermo. Poi nel 2021 la svolta quando ci ha chiamato Paolo, oggi il nostro divo. Anni di esperienza maturata all'alberghiero Urbani e ora l'occasione: chef in un vero ristorante dove la sua sindrome di down è valore quanto la sua capacità tra i fornelli. “Il nostro obiettivo è dare una possibilità, aprire una strada a chi dopo i 18 anni spesso si sente abbandonato o comunque perde molti dei suoi riferimenti“.
Casa da Sergio inizia così a prendere forma e trova la sua casa a Marina Palmense in un angolo che da buio diventa simbolo di vita e inclusione. “Abbiamo acceso la luce e iniziato una collaborazione con diverse scuole, dagli Artigianelli all'Artistico passando per l’Alberghiero” prosegue Matteo.
Che ha rinunciato a tanto per inseguire il sogno insieme con la moglie: “Avevo una attività all'interno del mercato coperto di Porto San Giorgio, ho lasciato tutto per questo progetto”. Ha capito di avere fatto centro quando lo chef gli ha detto “grazie a questo lavoro posso andare a mangiare un aizzare con la mia ragazza”.
Indipendenza e realizzazione, passa di tutto nella cucina di Casa da Sergio, ma anche nell'orto da cui proviene la maggior parte delle materie prime. “Noi non usiamo conservanti, è tutto freddo”. A cominciare dalla pasta, da cui tutto è partito.
“Oggi collaboriamo con alcuni chalet di Porto San Giorgio, comprano la nostra pasta. Speriamo di aumentare le collaborazioni. Piu richieste abbiamo, poi ragazzi possiamo inserire nel gruppo e accrescere il progetto di inclusione “ ribadisce Matteo. “Capiamo che l’attività ha senso e creiamo una rete. L’obiettivo è farli diventare soci, vorremmo una realtà sociale a tutto tondo. Qui non si fa assistenza, si accresce l’autostima. Se i ‘clienti’ ci supportano, diventeremo una cooperativa autonoma in tutto”.
Ci sono esempi in giro per la regione, qui nel Fermano è un piccolo unicum. Le idee poi galoppano. La domenica è nato l’aperitivo sociale insieme con Matti De Minicis Bonaventura. “Stiamo raccogliendo così fondi per presentare un progetto ‘cibo e musica per la strada’. Stiamo preparando una piccola banda che insieme con un carrello da street food, andrà in giro per le piazze dei borghi e le aree del cratere. Strumenti e prodotti tipici, abbinamento che siamo sicuri sarà vincente”.
Potrebbero parlare per ore, ma bisogna lavorare. C'è giusto il tempo per Francesca di raccontare il piatto forte, tra gnocchi, olive e tagliatelle: “la Friggitella, tagliatelle fritte rivisitate con besciamella, salsiccia, mozzarella e parmigiano. Sugo col pomodoro e olio del piantone di Falerone. E poi il pesto di basilico che produciamo noi”.
Non resta che provare nel piccolo angolo di verde al centro di Marina Palmense, ogni sera e a pranzo nei festivi.