MONTERUBBIANO - Gli applausi del teatro Pagani di Monterubbiano sono tutti per lei. Interviene alla fine della mattinata, ma in meno di un attimo calamita l’attenzione di tutti i bambini delle scuole primarie e secondarie superiori dell’Isc di Monterubbiano e non solo.
Assunta Legnante non ha bisogno di presentazioni. Napoletana ma marchigiana d’adozione, alle paralimpiadi di Parigi ha vinto la medaglia d’oro nel lancio del peso. L’ultimo trionfo di una lunga serie. Lei potrebbe essere protagonista indiscussa di un momento di confronto in cui si parla di sport e universo femminile con la sottoscrizione di una carta etica (Monterubbiano è stato uno dei primi comuni della provincia a farlo).
Invece Legnante rende protagonisti gli studenti. La scena è loro. Neppure il tempo di dire «sono pronta a rispondere alle vostre domande» che è un trionfo di mani alzate. E lei non si sottrae, col sorriso, l’ironia e la determinazione che la rendono una vera campionessa. “Da bambina volevo giocare a calcio – dice –, tutti mi dicevano che ero un maschiaccio. Poi quando ho iniziato a segnare hanno cambiato idea...”.
La sindaca di Monterubbiano, Meri Marziali, ha voluto le scuole presenti, nel giorno in cui il Comune ha sottoscritto un documento significativo la ’Carta etica dello sport femminile’.
“Una giornata importante in cui concludiamo un percorso iniziato a gennaio - spiega Marziali -. Vogliamo produrre un cambiamento e dare un segnale per promuovere la parità di genere nello sport. Questa carta ci impegna a creare progetti e realizzare iniziative. È un punto di partenza”.
“Essere qui nel 2024 a firmare una carta per la parità nello sport è assurdo, ma questo è” sottolinea Legnante. E come darle torto. Ai bambini che le hanno domandato ’ti piace lo sport che fai?’ lei ha risposto: “A volte fai cose che ti riescono bene, anzi molto bene, ma non è quello che ti piace. Ma ti riesce talmente bene...”.
E anche questa è una grande lezione. “Lo sport è emozione - ha aggiunto Legnante-. Ho vissuto 13 anni da sportiva, poi la malattia (il glaucoma che le ha portato via la vista; ndr) mi ha chiuso una porta e aperto un portone”.
Il documento ideato da Assist l’associazione Nazionale Atlete, e firmato nei giorni scorsi a Monterubbiano, è uno strumento di guida e controllo per le amministrazioni locali perché siano efficaci le politiche antidiscriminatorie, anche in ambito sportivo.
Dai saluti istituzionali del prefetto Edoardo D’Alascio (collegato in videoconferenza), della Marziali con la vicesindaca di Monterubbiano e assessora alle Pari Opportunità Beatrice Mancini, fino alla consigliera della Provincia Maria Grazia D’Angelo, la presidente Soroptimist Club di Fermo Paola Viozzi, e la presidente commissione pari opportunità della Provincia Francesca Palma, si è entrati nel vivo dell’iniziativa.
A intervenire è stata la presidente Assist, Luisa Rizzitelli. Poche parole le sue, ma cariche di significato. “Non ci sono sport da maschi o da femmine – dice agli studenti presenti a teatro –, c’è quello che scegliete che vi piace e vi diverte”.
A portare una testimonianza di come lo sport sia sinonimo di benessere è stata anche Rachele Zeppilli, presidente dell’associazione Infinitae Odv che sostiene le operate di tumore al seno. Con lei una delegazione delle donne che fanno parte della squadra di dragon boat delle Infinitae. Al ritmo del tamburo e mostrando una pagaia hanno cercato di trasmettere ai presenti il senso della loro attività, del dragone: quella ricerca dell’acqua buona che sta sempre avanti che porta a guardare oltre la malattia.