FERMO - Traslazione degli aumenti sui listini; aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali; perdita di competitività sui mercati esteri; revisione al ribasso delle previsioni di investimento; frenata della propensione imprenditoriale, in particolare giovanile.
L’energia da pagare a caro prezzo sta avendo un effetto devastante sui conti di molte aziende e quelle elencate sono solo alcune delle conseguenze.
“E’ necessario un intervento in grado di calmierare, rassicurare e offrire una prospettiva alle imprese. La situazione è da allarme rosso – aggiunge il Presidente Territoriale Emiliano Tomassini – a rischio l’operatività delle aziende e la loro sopravvivenza. L’indagine condotta dalla CNA stima che, a fronte di un tale impatto energetico sui costi aziendali, il numero degli imprenditori che ritengono di non essere più in condizioni di proseguire si sta alzando, di pari passo con quelli che si vedono costretti a ridurre l’attività e, di conseguenza, anche l’occupazione”.
L’indagine CNA ha rilevato che, se nel 2021 la spesa energetica è stata pari al 20% circa dei costi di produzione, a fine 2022 si metteranno a bilancio costi energetici con un’incidenza superiore al 40% dei costi aziendali complessivi.
“Bisogna chiarire – precisa Alessandro Migliore Direttore Generale CNA Fermo – che le aziende strutturalmente energivore non sono solo quelle classificate come ad alta intensità energetica: alcune attività di servizio presentano un ‘peso’ energetico particolarmente elevato, come le tintolavanderie ad esempio. E’ questo tipo di imprese che hanno subìto aumenti che arrivano ad incidere anche fino al 40%. In linea generale, la forbice degli aumenti oscilla tra il 5 e il 15%, che rappresentano comunque il doppio del 2021”.
A fronte di tutto ciò la CNA ritiene sia necessario intervenire subito, definendo misure per tutelare le imprese sull’impatto dei rincari e, considerate le carenze strutturali del nostro sistema energetico, adottando quelle riforme strutturali rinviate da troppo tempo: “Chiediamo misure immediate di calmierazione del caro energia – sostengono Tomassini e Migliore – rafforzando i crediti di imposta, la rateizzazione delle bollette, sostenendo l’autoproduzione, oltre a misure di riforma a carattere strutturale. Parliamo di una reale riforma della bolletta e del mercato elettrico e del gas, con l’obiettivo di favorire meccanismi più efficienti di formazione del prezzo”.