FERMO - Carla Maria Russo, nota e stimata autrice di romanzi storici, torna a Fermo per dialogare con gli studenti e le studentesse del Liceo scientifico “T. Calzecchi Onesti” nell’ambito del Progetto “Lezioni d’autore”, organizzato dalla prof.ssa Antonella Buonaiuto.
Molti hanno già avuto modo di incontrarla leggendo i suoi libri, nelle vicende narrate e nei protagonisti: Costanza d’Altavilla (La sposa normanna); Farinata degli Uberti (Il cavaliere del giglio); Caterina Sforza (La bastarda degli Sforza); Isabella de’ Medici (La figlia più amata); Ann Bennet (Cuore di donna). Si sono trovati, quasi presi per mano, a vivere nella Firenze medievale o in una corte del Rinascimento, o ancora negli Stati Uniti del XIX secolo, in un’aula di tribunale a combattere per il riconoscimento dei diritti civili.
Così, quando la vedono di persona e dialogano con lei, hanno l’impressione di conoscerla da sempre. Sono in tanti ed è necessario prevedere tre momenti distinti d’incontro: due in Aula Magna presso la sede centrale e uno a Fermo forum, ma l’autrice non si risparmia e risponde con generosità e passione alle tante domande, facendo dono di sé e della sua esperienza di vita.
“Tre sono le regole da seguire per diventare scrittori” – afferma sorridendo con un’intensa luce negli occhi - “Leggere, leggere, leggere: non dieci, non cento, ma migliaia di libri” e sottolinea come la lettura e lo studio arricchiscano la nostra interiorità e ci diano gli strumenti per interpretare la realtà in maniera critica e autonoma.
La ricerca documentale e lo studio della storia l’hanno sempre appassionata e sono diventati strumenti imprescindibili per la elaborazione dei suoi libri, in cui i personaggi interagiscono con un determinato contesto, ricostruito con minuzia nel rispetto della verità storica. Ma il vero scrittore non si limita alla cronaca, “inventa la Storia”, focalizzando l’attenzione sui sentimenti, le inquietudini, le ragioni che spingono i protagonisti ad agire.
L’autrice si impegna a far capire ai presenti quanto sia importante, sempre e comunque, indagare le cause dei fenomeni e degli eventi, approfondire e ricorrere alle fonti primarie per conoscere la realtà, per essere capaci di esprimere giudizi personali e fondati.
Le chiedono perché i suoi libri abbiano soprattutto protagoniste femminili e spiega di aver scelto personaggi storici che l’hanno affascinata per il loro coraggio, per la loro determinazione e le donne ne hanno dovuti dimostrare di più rispetto agli uomini, perché vittime di pregiudizi e soprusi. Mette in evidenza che, anche nel caso delle sue protagoniste, lo studio e la conoscenza hanno fatto la differenza e hanno permesso loro di affermare se stesse. Non sono eroine, prive di difetti poiché nessuno nella realtà lo è e ogni persona deve fare i conti con le proprie fragilità, ma sono spinte da sentimenti importanti, imprescindibili come l’amore materno o quello per una giusta causa. Costanza d’Altavilla sceglie di dare alla luce il suo amato Costantino, futuro imperatore con il nome di Federico II, in una tenda allestita nella piazza di Jesi, davanti alle donne della città, perché sia riconosciuto dal padre come erede legittimo e fino alla morte lotta per proteggerlo dalle insidie. Ann Bennet, impegnata nella difesa di Maria Inez Cortese, una giovane italiana immigrata negli Stati Uniti, si trova a combattere la Mano Nera oltre ai pregiudizi di chi non la ritiene un valido avvocato in quanto donna, in un’epoca in cui alle donne non è neppure riconosciuto il diritto di voto, in cui le leggi sono fatte dagli uomini, i giudici e i giurati sono uomini. Isabella d’Este, protagonista dell’ultimo libro “La figlia più amata” (presentato dall’autrice presso la Biblioteca civica di Porto San Giorgio con il coinvolgimento degli alunni della classe 3BSA, in un incontro aperto alla cittadinanza che ha visto una grande affluenza di pubblico), bellissima, colta e intraprendente, deve fare i conti con le oscure trame e i vincoli a cui erano soggette le donne, anche quelle di alto rango. Accanto alle donne, troviamo anche uomini di valore, capaci di riconoscerne la dignità e la grandezza, così come nella contemporaneità vediamo che le giovani donne iraniane, espulse dalle università e dalle scuole, sono sostenute da coetanei consapevoli e lungimiranti, parimenti impegnati nella lotta per la libertà e il riconoscimento del loro diritto all’autodeterminazione.
L’autrice è una fonte inesauribile di riflessioni e insegnamenti, donati con entusiasmo e passione per i quali gli studenti e le studentesse esprimono la loro gratitudine.
Al termine dei singoli incontri si avvicinano e continuano a porle domande sui suoi romanzi e sulla vita e l’autrice risponde in modo accorto, senza badare troppo allo scorrere del tempo, con parole che forse lasciano un segno nel loro cuore. Leggere e studiare ci aiutano a fare chiarezza, a conoscere più a fondo noi stessi e il mondo.