FERMO – Arrivano i turisti nel fermano e ad accoglierli c’è anche Rocco Pennacchio, l’arcivescovo che da anni guida la più grande diocesi delle Marche. “Vi do il benvenuto, speriamo di vivere insieme piccoli ma importanti gesti di pace e di serena convivenza, ancor più necessari in questo tempo”.
La guerra segna il presente, ma anche le conflittualità tra gli uomini. “Quando siamo stanchi, con più difficoltà sopportiamo le asperità della vita e reagiamo con durezza; quando siamo stretti alle corde, ci chiudiamo per aspettare di assestare il colpo decisivo all’avversario; quando siamo stressati dal tran tran quotidiano diventiamo sordi alle richieste di aiuto di chi cammina con noi (immaginiamo, poi, di chi cammina lontano da noi!). Chissà quante situazioni di questo genere possono venirci in mente” sottolinea l’arcivescovo.
Che poi invita tutti a seguire semplici consigli che nascono dall’ammettere le proprie fragilità. “Il tempo delle ferie può essere un tempo di vacanza ma anche un tempo di nutrimento, un tempo di divertissement ma anche un tempo di consapevolezza. Ancora di più nelle Marche”.
Quello di Pennacchio è anche uno spot per la provincia, in realtà una e mezza, che guida: “Qui potrete cercare di resettare alcune criticità interiori attraverso la scoperta delle tradizioni culturali e religiose della nostra storia passata e presente, diffusissima in ogni paese, borgo e città. Dalle feste patronali alle manifestazioni rievocative storiche, dagli eventi culturali alle proposte religiose, dai luoghi dello spirito (monasteri, conventi, santuari e parrocchie) ai luoghi della cultura (rete museale e proposte teatrali), dai cammini ai pellegrinaggi e tanto altro ancora”.
Per Pennacchio, il Fermano è il luogo ideale per “sapersi ritagliare dei tempi da dedicare a sé stessi che divengono, poi, tempo dedicato “con” gli altri. Tempi in cui smorzare l’aggressività e la propensione alla conflittualità scoprendo e, addirittura, meravigliandoci di essere non da soli lungo la via, di essere tutti un po’ interdipendenti, di stupirci pieni di gioia nel camminare insieme e di saperci stimare a vicenda”.
E se qualcuno pensa che sia tutto troppo complicato, Pennacchio, concludendo con la benedizione l’intercessione della Vergine Assunta in cielo patrona di Fermo, rassicura: “Come sarebbe bello se riuscissimo ad attivare un processo di questo genere, in cui da una piccola esperienza si potesse causare un effetto domino planetario. Direte voi: Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. invece concordiamo un nuovo modo di dire e di fare in cui tra il dire e il fare, c’è di mezzo il cominciare”.
r.vit.