Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Carenza di manodopera, i giovani chiedono dignità, benessere e protagonismo. "Più formazione e flessibilità”

29 Agosto 2023

di Raffaele Vitali

FERMO – Il tema è caldo: le imprese italiane faticano a trovare manodopera. Nell'ultimo anno la quota di lavoratori introvabili sul totale delle assunzioni previste è passata dal 40,3% di luglio 2022 al 47,9% del 2023 stando ai dati di Confartigianato.

In particolare, le maggiori difficoltà di reperimento si riscontrano per i tecnici specializzati nella carpenteria metallica (70,5% di personale difficile da trovare), nel Fermano ad esempio servirebbero i piegatori di lamiere, nelle costruzioni (69,9%), e nel calzaturiero.

Le Marche non sono la regione più in difficoltà, Umbria, Veneto ed Emilia stanno peggio, ma stanno rapidamente rimontando avendo un aumento di richieste inevase del 10 per cento. Dal rapporto di Confartigianato emerge inoltre che, tra le cause di difficile reperimento, per il 32,4% dei lavoratori è dovuto alla mancanza di candidati ed il 10,8% all'inadeguata preparazione dei candidati. Per questo, le piccole imprese reagiscono intensificando le collaborazioni con gli istituti tecnici e professionali, l'utilizzo di stage, tirocini, percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento. Inoltre, all'aumento delle retribuzioni, affiancano l'offerta di pacchetti di welfare aziendale, flessibilità dell'orario di lavoro, l'utilizzo dello smart working, interventi per migliorare il clima aziendale e il comfort dei luoghi di lavoro.

“Siamo al paradosso: il lavoro c'è - sottolinea il presidente di Confartigianato Marco Granelli -mancano i lavoratori. E, nel frattempo, 1,7 milioni di giovani tra 15 e 29 anni non studia, non si forma, non cerca occupazione. Di questo passo, ci giochiamo il futuro del made in Italy”.

Quelo che gli imprenditori ribadiscono è che oltre al tema del salario minimo andrebbe affrontato quello della creazione di lavoro di qualità. “Bisogna avvicinare la scuola al mondo del lavoro, per formare i giovani con una riforma del sistema di orientamento scolastico che rilanci gli Istituti Professionali e gli Istituti Tecnici, investa sulle competenze a cominciare da quelle digitali e punti sull'alternanza scuola lavoro e sull'apprendistato duale e professionalizzante. Bisogna insegnare ai giovani che nell'impresa ci sono opportunità, adeguatamente retribuite, per realizzare il proprio talento, le proprie ambizioni, per costruirsi il futuro''.

A questo, aggiunge Marco Ceresa, Group Chief Executive Officer Randstad Italia, bisogna abbinare un salario corretto e rispettoso delle mansioni svolte. “Oggi i giovani che si presentano a un colloquio di lavoro chiedono flessibilità di impegni e di orari, tanta formazione per rimanere al passo con i tempi che cambiano, un aiuto per affrontare le sfide della vita come l'arrivo di un figlio” ha ricordato alla platea durante un incontro al Meeting di Rimini.

“Il sistema cambia. C'è stato il momento in cui la sicurezza del lavoro era importante; c'è stato il momento in cui era importante equilibrio tra vita privata e lavorativa; poi il momento in cui erano importanti soldi e carriera; oggi c'è qualcosa di diverso: le persone giovani cercano un equilibrio soddisfacente tra lavoro e vita privata. La prima domanda del candidato giovane è di conoscere la politica dello smart working dell'azienda" ribadisce Ceresa.

E questo è un problema per molti settori, perché la pandemia ha insegnato tante cose, ma ha anche ‘drogato’ il mondo del lavoro, soprattutto di quello più fisico. “Importate è il tema della formazione, perché i giovani hanno capito che quello che loro sanno oggi, probabilmente non sarà valido tra qualche anno”.

L’Italia sta garantendo buone performance, come ricorda il capo di gabinetto del ministero del Lavoro: “Abbiamo una riduzione della disoccupazione di 178mila unità e una riduzione del tasso di inattività di 280mila unità”. Però, rimane il problema legato all'inverno demografico: "Dal 2023 al 2027 si stima che l'Italia avrà bisogno di 3,8 milioni nuovi lavoratori, di cui 2,7 in sostituzione di quelli che cesseranno. L'aspetto demografico non si risolve con azioni congiunturali, non si risolve tutto con il salario minimo”.

Meglio, per un imprenditore come Manuela Kron, Direttore Corporate Affairs & Marketing Consumer Communication del Gruppo Nestlé in Italia, "per i giovani il lavoro agile è un elemento importante, come la carriera e la formazione. Il pacchetto retributivo deve essere corretto, ma non lo stipendio in sé ma anche quello che ci sta attorno, dalla formazione ad altri pacchetti retribuiti che possono includere varie cose".

"Il lavoratore cerca oggi tre cose in azienda: dignità, benessere e protagonismo” aggiunge il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra. "La dignità di un salario adeguato e di un riconoscimento reale concreto, anche economico, dell'apporto della persona ai risultati dell'azienda. Il benessere di un ecosistema sicuro, di una formazione continua e di qualità, di un welfare negoziato che lo accompagni anche fuori dal posto di lavoro, di flessibilità organizzative capaci di coniugare meglio genitorialità, tempo libero, e lavoro. E poi - conclude - il protagonismo di chi non è solo un ingranaggio e dunque ambisce a strumenti di partecipazione attiva e creativa, alla vita, agli utili, alle decisioni dell'impresa”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram