L'azienda guidata da Mirco Carelli arricchisce la collezione: Ce l'ha chiesto un cliente e l'abbiamo prodotta.
MILANO/MONTE SAN PIETRANGELI – L’azienda è nata 46 anni fa a Monte San Pietrangeli. “E da 40 anni veniamo al Micam”. Nazareno Carelli oggi ha due pilastri al suo fianco, i figli Mirco e Meri. “Una seconda generazione che ha preso il controllo dell’azienda, anche se sono sempre qua”. Annuisce il figlio, oggi amministratore unico, che sta guidando l’impresa di famiglia, sei dipendenti inclusi modellista e addetto alla produzione, in giro per il mondo. “Il nostro primo mercato è l’America. Ci siamo entrati anni fa e non siamo più andati via”. Una mosca bianca che conferma però l’attenzione del mercato Usa per l’artigianalità, per il made in vero”.
Ma siccome non ci si può fermare, anche il mondo Carelli cambia, o meglio si arricchisce. All’interno dei pezzi forti, come la linea cerimonie e le Beatles, entra il mondo bio. “O meglio – precisa Mirco Carelli – vegano. Ce l’ha chiesto un cliente e ci siamo organizzati. È iniziata la ricerca, lo studio dei materiali e del modello. Oggi abbiamo una scarpa in pelle vegana, anche se sarebbe più giusto chiamarlo tessuto. Una scarpa fatta per il 60% con plastica riciclata e il 30% mais. Per i laccetti usiamo jeans riciclati”.
Una rivoluzione necessaria, spinta dal cliente che le mani artigianali di Monte San Pietrangeli hanno trasformato in realtà. “Il nostro fatturato per il 99% è estero, nel 2000 il 50% era italiano. Abbiamo anticipato la grande crisi, iniziando a diversificare, guardando verso la Gran Bretagna e la Svizzera. Cosa piace di noi? Il fatto che usiamo i prodotti di alta qualità e la manodopera”. Certo, il Micam non è più quello da 10mila paia di ordini, capita anche di chiudere con 100 scarpe ordinate “ma è l’unica fiera vetrina. E infatti qui abbiamo incontrato un nuovo cliente australiano a settembre che poi ha iniziato a ordinare”.
Alla politica chiedono solo una cosa: “Tutelateci. Non possiamo fare la corsa sul prezzo, in Cina producono a dieci euro. Ma possiamo fare meglio degli altri e il mondo lo sa. Tutelateci e spingete per il made in, non è chiedere troppo”.
Raffaele Vitali