di Raffaele Vitali
MASSA FERMANA – “Non ragioniamo partendo dai problemi di Bilancio dei nostri comuni, ma dall’opportunità che dovremmo cogliere”.
Sindaco Gilberto Caraceni, cosa pensa della fusione dei Comuni del cappello di cui tanto si parla, di unire Montappone, Massa Fermana e Monte Vidon Corrado?
“Sono a disposizione della collettività. Se può portare un benessere, sono anche d’accordo”.
Cosa significa benessere?
“Ragioniamo sul distretto del cappello, qui abbiamo tante fabbriche ormai senza manodopera. Allora ragioniamo su questo punto: diamo lavoro e casa, così possiamo avvicinare i giovani”.
Cosa può fare il comune?
“Ad esempio sgravi sulla Tari per due anni. Cercare di comprare edifici abbandonati e riqualificarli mettendo a disposizione appartamenti. A Massa Fermana abbiamo la media di una nascita a fronte di dieci decessi. Non possiamo continuare così”.
L’unione darebbe forza alla sua idea di rigenerazione dei paesi?
“Più che altro penso che insieme potemmo attuare una politica di incoming reale e condivisa. Uno da Milano arriva qua per il lavoro, ma se poi non ha casa, perché restare? Un conto è chi da Fermo fa avanti e indietro, un altro è far stabilizzare le persone. Creiamo una economia reale continua, dai bar ai negozi fino agli alimentari tutti ne trarrebbero benefici”.
Fondersi porta risorse.
“Ma non è che mi interessa ricevere un milione in più se non c’è un progetto”.
Lei è pronto a rinunciare al gonfalone?
“Solo se porta un vantaggio al territorio. Non solo a favore del comune capofila che pensa di drenare le risorse”.
Casa, lavoro e…
“Chiaramente la scuola. Ne vogliamo una sempre più moderna ed efficiente, con una mensa che potrebbe essere alimentata dalle aziende del territorio. E con la scuola penso ai servizi”.
Ha condiviso questa idea con i suoi colleghi?
“E’ mio impegno farlo quanto prima. Ma è anche evidente che prima di qualunque avvio di percorso, bisogna confrontarsi con i propri cittadini: io sono un delegato dei massetani, su di me hanno riposto la loro fiducia. Questo paese ha una identità costruita con il sudore di chi c’era decenni fa, quando mancavano anche le strade”.
Sindaco, le fusioni costruite sui soldi non funzionano, ne è consapevole?
“Questo lo so bene anche io. Ma è chiaro che un percorso di fusione porta risorse. Quello che vorrei cambiare è la strategia, dobbiamo decidere prima gli investimenti e pianificare la ‘fusione’ in maniera chiara. Ogni passo va definito, proprio per far capire ai cittadini quello che devono aspettarsi, azioni mirate per favorire giovani e lavoro, nuovi residenti. Di certo non sarò mai il sindaco che chiude il comune di Massa Fermana, caso mai quello che ha costruito la strada per far vivere la nostra piccola realtà a lungo”.
Caraceni, ci crede davvero?
“Voglio far rimanere le persone nel distretto del cappello, voglio che chi va fuori a fare l’università torni. Dobbiamo valorizzare il nostro capitale umano e se per riuscirci agire in tre è un aiuto sono pronto a coglierlo. Ma non è una cosa che si decide in due ore, c’è un percorso importante da fare”.
La burocrazia la spaventa?
“Bisogna capire come verranno divisi i servizi, se gli uffici comunali continueranno a lavorare sul territori, se la casa di riposo sarà utilizzabile anche dal pensionato che prende mille euro. Chiarito questo, si creerà un piano regolatore unico, si definiranno i ruoli e tutto quello che serve”.
L’identità è il limite da superare?
“Non è il limite, è la forza delle nostre realtà. Ci sono 800 residenti a Massa Fermana, 1600 a Montappone, 800 a Monte Vidon Corrado. Ognuno di loro si sente parte della sua comunità. Far comprendere che unendosi la comunità si allarga e non che una mangia l’altra è determinante. Sappiamo collaborare, la scuola, che difendo ogni giorno, ne è la prova”.
