CAPODARCO DI FERMO – Quando tutto è partito, lui c’era. E oggi, che il mondo della comunità di Capodarco è un riferimento, tutti sono pronti a festeggiare lunedì don Franco Monterubbianesi e i 68 anni dal suo sacerdozio.
Il fondatore di questa "utopica realtà" nata nel Natale del 1966 ha lasciato Roma, che era diventata la sua casa, per tornare dove tutto è partito. Ma non per arrestare il suoi sogni, bensì per lanciare nuove sfide e proseguire il suo percorso di costruzione del "nuovo movimento ideale" e "lavorare con i giovani, sino in fondo".
I giovani sono uno dei perni dell’attività pastorale di Monterubbianesi e saranno protagonisti anche del libro che sta scrivendo dal titolo "Gli ultimi miei 20 anni di resistenza". Un titolo che racchiude la sua paura, ovvero il fatto che il sistema stia tornando indietro e che quindi sia necessario tornare a lottare per il welfare sociale.
"Cercherò di aiutare i giovani a ritrovare la speranza perduta. È l'obiettivo finale della mia vita” sottolinea don Franco che auspica un coinvolgimento generale nella sua battaglia. Che è partita da Capodarco, il luogo nato per dare possibilità di riscatto concreto e di autonomia per tante persone, evoluta come fonte di ideali e progettualità. Protagonismo dei giovani, turismo inclusivo e promozione dell'agricoltura sociale sono i principi da cui ripartire, ribadisce il 93enne don Franco, da qui l'impegno ad essere motore di un nuovo rilancio.
"Non sarò più propositore di progetti, ma animatore della vostra idealità nei territori. Ispiratore dell'idealità di Capodarco, che non può che rimanere e rinascere" conclude Monterubbianesi.
r.vit.