di Valentina Sabelli
FERMO - In attesa del derby il capitano Gianluca Urbinati, non potendo scendere in campo, mette il suo volto ferito davanti ai microfoni. Ha il naso rotto, per due settimane deve stare fermo ma ha evitato l’operazione.
Urbinati, come sta? Da Lucca l’ha chiamato qualcuno?
“Mi sento meglio anche se sono ancora intontito ma è normale dopo quanto accaduto. Nessuna chiamata da Lucca. Sono cose che succedono nel calcio e nell’immediato ho pensato a uno scontro anche fortuito, poi riguardando bene la dinamica e le immagini, posso dire che un po' di amarezza è rimasta. L’attaccante è venuto in maniera scomposta e direi pericolosa. Lo sport è un’altra cosa. Ma tornerò più forte di prima per aiutare la squadra in questo finale di stagione”.
Quindici giorni di prognosi. Quando pensa di poter tornare in campo?
“Valuteremo lo stato di avanzamento dei tamponi che ho nel naso. Giornalmente facciamo il cambio dei tamponi all’ospedale Torrette. In maniera graduale si saprà il giorno del ritorno in campo. Sono fiducioso perché una volta scongiurata l’operazione ci sarà un maggiore ottimismo. Quando sono arrivato all’ospedale, nel reparto maxillo facciale, il medico mi ha chiesto se per fare la manovra che consentiva di rimettere in sesto il naso preferissi farla con o senza anestesia. Ho scelto di farla senza in modo da fare anche prima, stringendo molto i denti perché il dolore è stato veramente molto; ora inizia il percorso di recupero”.
La vedremo mascherato?
“Walter Costi già si è mosso per la maschera protettiva nello stesso posto in cui fecero sia Valentini sia Comotto. Appena sarò più sgonfio andremo a prendere le misure per essere pronti il prima possibile”.
Torniamo alla squadra. E’ questo il momento più difficile della sua esperienza a Fermo?
“Beh direi di sì. Da un lato per la lunga striscia di gare senza vittoria e dall’altro per la posizione in classifica: diciamo che questi fattori indicano che questo è il momento in cui stiamo vivendo le maggiori difficoltà di questi anni. In compenso sappiamo come affrontare certe situazioni, come gestire certi momenti e siamo pronti a dare tutto di noi stessi”.
Il presidente Simoni ha chiesto di far quadrato attorno a voi: lo spogliatoio lo sta facendo?
“Quando arriva il presidente al campo è sempre qualcosa di positivo, trasmette fiducia ed entusiasmo. Dopo le sue parole ci siamo ancora più uniti e compattati, daremo tutto in queste battaglie che ci restano puntando all’obiettivo salvezza.”
Con l’Ancona Matelica è una partita che può valere una stagione?
“Vale tantissimo, anche se mancano ancora diverse gare alla fine. Sarei un bugiardo se dicessi di no. Credo sia la gara più importante della stagione. Serve un successo, una scossa che può far scattare quella scintilla che ci sta mancando. Effettivamente non è fondamentale la gara di domenica per la classifica ma lo è per il nostro umore e le nostre motivazioni.”
Il match con l’Ancona avrà un valore speciale perché fa tornare alla mente quella gara di ormai dieci anni fa. Nello staff c’è Paolo Pantera che l’ha vissuta in prima persona: vi ha raccontato qualcosa di quel giorno per farvi capire cosa è stato?
“Qualche volta con il mister ne abbiamo parlato e, devo essere sincero, in ogni sua parola ricordando quel giorno, trasuda tanta rabbia e amarezza. Era il momento in cui si completava un percorso importantissimo, in uno scenario incredibile. Sembrava tutto perfetto e invece arrivò quel fulmine sul finale che rovinò un’atmosfera incredibile”.
La vittoria manca da 13 partite. E’ un fardello che vi condiziona mentalmente?
“Normale quando non vinci da tempo, la mente e la testa fa dei viaggi e cominci a pensare tanto ma soprattutto a non essere tranquillo. Non sei libero completamente ma la nostra squadra ha esperienza ed è assolutamente all’altezza della situazione. Non sono preoccupato ma sono fiducioso che in queste ultime nove gare potremo e dobbiamo raggiungere l’obiettivo a cui tutti aspiriamo fortemente”.
A Montevarchi meritavate il pari, ma a Lucca non siete mai riusciti a tirare in porta: come se lo spiega?
“Me lo spiego per la diversità degli avversari. Parto da Carrara dove meritavamo qualcosina in più, con il Gubbio il rigore sbagliato all’ultimo ci ha aiutati, con la Vis Pesaro non l’abbiamo chiusa e siamo stati raggiunti. A Montevarchi abbiamo avuto un sacco di palle gol mentre a Lucca senza tirare in porta abbiamo portato via un pari. C’è una diversità di avversari secondo me: la Lucchese è organizzata, propone e ha giocatori di caratura che ci hanno messo in difficoltà”.
Pensa che questa squadra sia meno forte rispetto a quella degli anni scorsi? Cosa vi manca?
“Considero la squadra completa in tutti i comparti. Dire più forte o meno, dibattito che piace tanto in giro come ho avuto modo di sentire, è un dilemma sul quale non mi esprimo. La forza non sta nel curriculum dei giocatori o nel singolo ma va misurata dalla forza di un gruppo che può essere composto da giocatori con meno curriculum o provenienti da altri campionati. È sempre difficile stabilirlo ma la squadra di quest’anno per me è forte e completa in ogni reparto, con alternative in ogni ruolo”.
Quest’anno più difensore che centrocampista: ci può stare un calo mentale nel nuovo ruolo dopo tante partite?
“In questo momento e in questa situazione un calo mentale non è previsto, sei sempre a 100 all’ora, sei sempre in campo e giochi sempre dando al massimo. Nelle ultime due onestamente ho patito un po' di stanchezza mentale, anche se poi gli standard di prestazione precedenti erano alti. In queste due sono stato un po’ disattento e lo so. Ma ora ricarichiamo le pile e siamo pronti a dare il massimo”.
Il Recchioni lo sentite ancora come un fortino?
“Senza ombra di dubbio, è il nostro simbolo, la nostra casa. Siamo imbattuti da tantissimo tempo e la salvezza passerà dalle nostre mura. Cinque gare in casa. Qui ci giocheremo tanto. So che quando vuole fare la differenza il nostro pubblico la fa. Non ho dubbi che già domenica i tifosi saranno li e saranno il dodicesimo uomo in campo”
La società vi ha parlato in questi giorni, quale è la situazione?
“È venuto il direttore Conti ma anche Simoni la scorsa settimana. La vicinanza c’è sempre stata, l’invito a compattare tutti noi del gruppo fermana e isolarci completamente, concentrandoci unicamente sull’obiettivo che vogliamo portare a casa”.
Infine cosa teme dell'Ancona?
“Bisogna fargli i complimenti perché dimostrano da due anni di saper fare calcio ad alti livelli, nella dirigenza e nella scelta dei calciatori. Temo l’entusiasmo di una squadra che sta facendo di più di quanto richiesto e la spensieratezza con cui verrà a giocare a Fermo. Per una squadra giovane come loro, non è da sottovalutare. Ma troveranno una Fermana tosta come tutti noi la conosciamo, una Fermana che al Recchioni diventa ancora più forte e tosta. Una Fermana pronta ad andare oltre le proprie possibilità per ottenere il massimo”.