PORTO SAN GIORGIO – Torna di moda l’arretramento dell’A14, la mastodontica opera pubblica che farebbe dell’attuale carreggiata una specie di circonvallazione per le province di Fermo e Ascoli Piceno. Un progetto che ha dei pro, eviterebbe un difficile ampliamento in un tratto pieno di gallerie, ma molti contro, a cominciare dal fatto che l’interno fermano non offre valli comode dove far passare sei corsie, per cui si rischia lo scempio ambientale oltre che un’opera dai costi spropositati e quindi di difficile realizzazione.
Tra l’altro, un nuovo tratto stopperebbe sul nascere ogni ipotesi di miglioramento dell’attuale A14, con inevitabili continue ripercussioni sul traffico per chi viaggia dentro e fuori dalla strada a pagamento. Ma l’arretramento è ora sulla bocca in particolare dei costruttori di Confindustria Ance, da Stefano Violoni a Massimo Ubaldi, ma anche di buona parte di politica, in particolare quella da sempre contraria alla terza corsia, ovvero la sangiorgese.
Chiaro che ogni scelta delle Marche vada concordata con l’Abruzzo, per evitare inutili progetti. E in attesa del futuro, che fare? “L'A14 è' un cantiere a cielo aperto che si protrae da ormai troppi mesi, in particolare nel tratto abruzzese. Il presidente della Regione, Marco Marsilio, valuti l'opportunità di avviare una azione risarcitoria nei confronti della Società Autostrade per l'Italia e del competente Ministero" sottolinea l'europarlamentare della Lega eletto al Sud Massimo Casanova.
“Dalle Mare alla Puglia – prosegue il leghista - vanno avanti da mesi un ginepraio di interventi e lavori in corso che rende l'arteria proibitiva anche per il più paziente degli automobilisti, costretto a code, rallentamenti e disagi ormai inaccettabili, che si ripercuotono non solo sul diritto alla mobilità dei cittadini ma stanno già producendo pesanti effetti sull'economia e il turismo di questi territori, nonché' delle realtà italiane al tratto autostradale collegate. È di tutta evidenza - prosegue l'eurodeputato - che siamo in presenza di una situazione che non può avere alcuna giustificazione, la cui responsabilità grava tutta sul concessionario autostradale, che evidentemente non ha saputo programmare per tempi gli interventi né concertare con le autorità locali percorsi alternativi, ma anche sul concedente Ministero”.
Da qui la proposta: richiesta risarcitoria nei confronti di Aspi e del Ministero dei Trasporti, ai quali vanno imputati i danni economici dei comparti maggiormente danneggiati da questa vera e propria emergenza. “Auspico che sulla stessa linea si muovano i governatori di Marche, Molise e Puglia. Il rischio, serio, è che - conclude Casanova -, con l'aumento stagionale dei flussi di traffico, si ripeta la babele della scorsa estate, con interi paesi interni e costieri presi d'assalto da auto e tir per decongestionare il traffico sulla A14. Inaccettabile".
In attesa di tutto questo, la consigliera comunale Maria Lina Vitturini ha pensato a una soluzione: “Andare dai punti estremi di Porto S. Giorgio con l'isola pedonale del lungomare e la strozzatura per la chiusura alla viabilità sia della zona del Viale della Stazione, sia di via Oberdan, costringe l'autista a uno slalom con un percorso se non unico, di certo obbligato. Il nodo da sciogliere è nel centro cittadino, è risaputo, nell’intersezione al sottopasso di via XX Settembre, via Oberdan e viale Cavallotti, di fronte l'ex cinema Excelsior. Alle tante aree pedonali in vigore più o meno h24, si è sempre tentato, con scarsi risultati, di coniugare le esigenze del traffico ordinario. E allora? Ecco una proposta, una soluzione.
Considerando l’uso reale fatto negli ultimi anni, smantellando l'area dell’attuale Arena Europa, si potrebbe creare un nodo stradale che bypassi le ormai canoniche vie del passeggio, via Oberdan in primis, ma che consentirebbe un rapido e pratico scorrimento della circolazione automobilistica lungo l'asse longitudinale nord-sud”.