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Cantieri infiniti e code, autotrasporto in rivolta. Cognigni: a rischio 100 milioni di fatturato e migliaia di dipendenti

17 Maggio 2021

FERMO - Tra calo di volumi di lavoro e aumento dei costi fissi, il gasolio da inizio anno è salito costantemente come tutte le materie prime, gli autotrasportatori ora aspettavano le riaperture per riprendere a viaggiare sereni.

La perdita media del settore tra Fermo e Ascoli Piceno è stata del 20%. “A questo si aggiungono i protocolli di sicurezza che hanno pesato sulle aziende, a fronte di piccoli ristori. Ma nessuna si è tirata indietro, anche se il guadagno calava giorno dopo giorno, perché – commenta Enrico Cognigni, presidente della sezione trasporti di Confindustria Centro Adriatico e titolare della Freccia dell'Adriatico- ogni camion che partiva era fondamentale, fosse anche per portare mascherine e materiale medico da una parte all’altra dell’Italia. La nostra forza è stata quella di sapere di essere un servizio essenziale”.

L’agroalimentare non si è mai bloccato, come qualche settore industriale. Ma essendo ferma tutta la filiera della ristorazione e del turismo, con il calzaturiero in crisi, i problemi non sono mancati.

E ora, di nuovo tutti bloccati i fila a fronteggiare i lavori in corso sulla A14. “Tra Fermo e Ascoli – prosegue Cognigni – questo settore coinvolge qualche migliaio di dipendenti tra aziende e indotto e fattura oltre 100milioni di euro. Spesso non si comprende l’importanza del mondo della logistica”.

Secondo Cognigni, il tempo medio perso per ogni camion nel tratto Fermano-Piceno è di 40 minuti. “Questo si ripercuote su più fattori: tempistiche di consegne, turni di lavoro e consumi. Si ricominciano a perdere coincidenze con altri vettori.  E poi c’è l’aumento del rischio di incidenti con questa situazione di continui cambi di corsia, restringimenti, mezzi che vanno piano, auto che corrono. Il rischio tamponamenti è molto forte, come cresce lo stress di chi guida”.

Gli autotrasportatori cercano di ridurre disagi e rischi, ma non è semplice, come dimostra anche la lunga coda di oggi, verso le 1430 c’erano sei chilometri in A14 e un unico serpendone sulla Statale tra Cupra Marittima e Pedaso a causa dei semafori che non erano stati disattivati dai poveri sindaci che subiscono l’inefficienza del sistema autostradale.

“L’indicazione che diamo ai nostri autisti è di rimanere in autostrada, passare lungo la Statale peggiora tutto. I tempi di percorrenza non migliorerebbero e faremmo un danno ai cittadini. Anche in questo noi collaboriamo, siamo i primi a cercare la sicurezza, garantendola a ciclisti e pedoni che lungo le strade normali si muovono” ribadisce il numero uno dei trasportatori. 

Due anni dopo l’inizio dei cantieri dentro le gallerie, che si sono aggiunti al sequestro di tratti di viadotti, si è di nuovo allo stesso punto, con tanto di chiusura per quattro notti del tratto tra Pedaso e Grottammare programmato per questa settimana. “È incredibile che non si sia approfittato di questo periodo di pandemia, con l’Italia in zona rossa e gli spostamenti ridotti, per sistemare l’autostrada, quantomeno il tratto di A14 nel sud delle Marche”.

L’appello che il presidente lancia è rivolto alla politica. “Un appello trasversale a ogni forza. Dai Comuni alla Provincia per arrivare alla Regione e ai parlamentari. Questa deve essere una battaglia comune. Bisogna pressare Società Autostrade affinché i cantieri vengano conclusi quanto prima. I lavori vanno velocizzati, dobbiamo assolutamente avere l’autostrada libera entro i primi di giugno. Già la nostra A14 è piccola per i volumi di traffico, almeno sia libera dai cantieri”.

@raffaelevitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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