ANCONA – Non c’è canna che tenga. La discussione in Consiglio regionale delle Marche l'interrogazione (numero 855) sull'uso terapeutico della cannabis, presenta dalla Dem Michela Vitri, ha permesso all’assessore regionale Filippo Saltamartini di chiarire i maniera netta il suo pensiero.
L’interrogazione poneva l'accento sull'opportunità di un maggiore utilizzo della cannabis per uso terapeutico. “Per noi è e rimane uno stupefacente - ha affermato in aula l'assessore alla sanità Filippo Saltamartini - ma la scelta se usare la cannabis o meno spetta solo agli operatori sanitari, ai medici, perché si sa che produce gravi conseguenze al sistema neurologico”.
Una risposta giudicata in maniera molto critica dalla proponente. “Sono allibita - ha replicato Vitri - La cannabis terapeutica viene impiegata, secondo quanto stabilito dal Decreto del Ministero della Salute nel 2015, nel dolore cronico e di quello associato a sclerosi multipla e a lesioni del midollo spinale; nella nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per l'Hiv; come stimolante dell'appetito per contrastare l'anoressia o la perdita dell'appetito in pazienti oncologici o affetti da Aids”.
La consigliera ribadisce che per molti è un utilizzo indispensabile per poter andare avanti. “Quello che chiediamo - ha proseguito - è l'allestimento di un tavolo tecnico come da legge 26 del 2017 per l'elaborazione di un progetto pilota che porti alla produzione nel territorio regionale della cannabis a uso terapeutico, smettendo quindi di importarla, per il beneficio dei malati a cui non viene sempre garantito il medicinale anche per questioni burocratiche”.