FERMO – Passano i giorni, le settimane ma nulla cambia per autotrasportatori e costruttori i problemi sollevati, con tanto di minaccia di sciopero e quindi blocco cantieri e viabilità, sono rimasti inascoltati.
QUI TRASPORTI
Ad alzare la voce, di nuovo, è il presidente della Cna di Fermo, autotrasportatore di professione, che ribadisce un concetto molto semplice: “Nell’autotrasporto siamo arrivati al paradosso. Agli impegni per alleggerire i costi di esercizio e garantire l'agibilità contrattuale non corrisponde una normativa adeguata, capace di coinvolgere tutte le imprese del settore trasporti. Bene la riduzione generalizzata del costo del carburante per i cittadini e per le imprese, ma decisamente male il fatto che siano state escluse le imprese che già recuperavano le accise. Paradossalmente il costo del carburante è aumentato anziché diminuire”. Una questione tecnica, ma in realtà essenziale.
“Durante il lockdown abbiamo garantito tutta l’Italia, dimostrando sempre responsabilità sociale, ma ora è impossibile andare avanti. Servono adeguati sostegni” prosegue ricordando che è necessaria una correzione della norma che reintegri nelle possibilità di riduzione del costo del carburante anche le imprese euro 5 ed euro 6, così come altrettanto necessaria è l'attivazione di sistemi di verifica contrattuale automatici.
QUI COSTRUZIONI
Dalle parole dell’Ance con il presidente Stefano violoni a chi rappresenta una buona fetta di aziende, spesso piccole, dell’edilizia, Cna e Confartigianato. Qui la questione è sul reperimento dei materiali, in primis. “Le imprese chiedono una proroga o una sospensione dei lavori altrimenti il settore delle costruzioni rischia il collasso, dovendo lavorare in perdita”. Perché i materiali che si trovano, con difficoltà, costano pure molto.
I presidenti di Anaespa, Enrico Mancini, e Cna costruzioni, Marco Rossi, avevano sollevato la questione già nel 2021: Gli aumenti avevano superato il 30%. Ma nei primi tre mesi di quest'anno, c'è stato un ulteriore rincaro medio del 40%. Senza contare le difficoltà nel reperire elementi come ferro e acciaio. In un anno l'acciaio per cemento armato è aumentato del 76%, il legno lamellare del 73%. I tubi in Pvc sono aumentati del 51 per cento solo negli ultimi tre mesi”.
Chiaro che a fronte di prezzari stabiliti, soprattutto per ricostruzione e Superbonus, tutto si complica. “Bisogna adeguare il prezzario regionale o si bloccano i cantieri e chiudono le imprese”.
Che non sono poche: quelle attive a febbraio erano 19.346 rispetto alle 19.688 del 2020 con un calo di 342 imprese. Meno imprese ma con occupati in crescita, secondo l'Istat da 29.856 a 31.232 (+1.376). Nel 2021 anche la produzione in aumento, +32,6% e gli investimenti +22,4%.
“È questa crescita che è a rischio. Per i cantieri del Superbonus si sta profilando una trappola perfetta. Chi ha già concluso i contratti si trova di fronte a seri problemi di approvvigionamento e di mantenimento dei margini. Ma anche chi deve avviare i lavori non se la passa bene perché potrà prevedere prezzi più alti ma dovrà comunque fare i conti con i prezzari regionali o con quello del Genio Civile” concludono.