di Raffaele Vitali
MONTE URANO – Chi l’avrebbe mai detto che un progetto partito dalla piccola Monte Urano avrebbe conquistato prima mezza Italia e poi l’Europa? E invece è così. Craft Europe aveva un solo obiettivo: far riconoscere come IGP il manifatturiero calzaturiero marchigiano. O meglio, quello era l’obiettivo iniziale, poi la missione di Federico Lazzari, lobbista a Bruxelles, e Germano Craia, imprenditore con la passione della politica, stimolati dalla sindaca Moira Canigola, ha superato ogni confine ottenendo il voto in favore del riconoscimento Igp per i prodotti artigianali locali, non agricoli. Tra cui il vetro di Burano.
Il voto è quello del Consiglio dell’Unione Europea, ovvero i ministri. “Hanno detto sì all’IG, l’indicazione geografica, che stabilisce che un’area è caratterizzata dalla produzione di qualcosa di specifico. Vale per il cristallo di Boemia, la porcellana di Limoges o le scarpe del distretto fermano” spiega Germano Craia.
Il primo ‘sì’ ottenuto è stato quello del Comitato delle Regioni d’Europa, dove prima della pandemia intervenne la Canigola. Poi la palla è tornata a Craft Europe, l’associazione nata con questo preciso obiettivo che ha avuto in Federico Lazzari, Ad di Eucarus Communications, il passe-partout. “Nel 2022 la commissione ha adottato la nostra proposta, è stata la conferma che avevamo fatto centro” prosegue Craia. Manca solo il voto del Parlamento Europeo.
“Si punta al secondo quadrimestre del 2023 per il voto in Parlamento. L’Igp sarà operativo ufficialmente dopo 25 mesi, ma ci sarà un certificato provvisorio per chi supererà i parametri. Se penso al lavoro da fare, la parte di lobbying europea l’abbiamo completata. Ora bisogna lavorare con le comunità locali pe creare l’application” chiarisce Lazzari.
Questa è la nuova sfida di chi ha saputo unire, fin dall’inizio, le principali città calzaturiere. Di Craft Europe fanno parte Monte Urano, Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare, Fermo e Monte San Giusto. “Non c’è Montegranaro solo perché quando tutto è partito era commissariata. Ma ora possono entrare nel sistema” chiarisce Craia che è riuscito nell’impresa di portare l’Europa a regolamentare i prodotti artigianali e industriali di qualità e territoriali.
“Dopo il lavoro fatto da Federico Lazzari, l’Unione Europea in due anni ha legiferato, realizzando un regolamento che consente l’adozione dell’Igp anche per la calzatura. Quando ci sono buoni progetti e c’è la volontà, anche l’Unione Europea ti ascolta” ribadiscono.
La parte chiave della delibera, la pagina 50, definisce le caratteristiche: originario di uno stato, qualità e reputazione riconosciute (distretto), produzione o parte in zona geografica. “Si apre ora la fase due: parlerò con Michele Ortenzi, presidente della Provincia, e le associazioni di categoria che devono richiedere il riconoscimento. Sarebbe una manna dal cielo. Potrebbe dare agli imprenditori un prodotto con valore aggiunto”.
Non è questione se è meglio Igp o made in, ascoltando Lazzari o Craia: “Con il made in parliamo di un brand commerciale, l'Igp europeo è per la zona di produzione. Questo comporta benefici che da anni aiutano i prodotti alimentari. Il territorio viene davvero marcato”. E aggiunge Lazzari: “Riconoscimento di una industria locale, che diventa patrimonio europeo. In una fase in cui il prodotto si può fare in tutto il mondo, riuscire a classificare le zona di produzione, preservando la manifattura, aiuta anche a tenere in zona i giovani per il lavoro”. E aggiunge il ministro ceco dell'Industria, Jozef Sikela: "Il regolamento garantirà la qualità e l'autenticità dei prodotti venduti nell'UE".
Per cui, non un primo step, ma un vero traguardo tagliato. “Ora deve essere la comunità locale o l’associazione produttori che deve chiedere protezione. L’Europa – chiarisce Lazzari – preferisce che a far partire la domanda non sia la politica”. Anche se Fermo ha un unicum, il Tavolo per lo Sviluppo e continuità che riunisce tutti e potrebbe diventare il vero tramite. Di certo così avrebbe fatto la Canigola che quando ha dato il via al progetto era anche presidente della Provincia.
Per aiutare il sistema locale Germano Craia, che ha al suo fianco Calenda e Azione, è a diposizione. Del Fermano e di altri distretti italiani. Come lo resta Lazzari da Bruxelles. “Se qualcuno avessi i dubbi, pensi alle cantine pria del riconoscimento europeo. La crescita che è conseguita all’Igp è stata enorme. Non è una certificazione che nell’immediato prevede risorse, ma l’Europa ha una caratteristica: difende le proprie le eccellenze, quindi se oggi non ci sono contributi, di certo arriveranno perché è uno degli obiettivi della comunità. Intanto, bisogna costruire lo storytelling, quello che differenzia il prodotto. Lo ribadiamo, il marchio Igp è un grande riconoscimento istituzionale. Se il calzaturiero fermano ce la farà, sarà riconosciuto il valore storico europeo della realtà. Aumenterebbe anche l’attrattività del distretto. Il nostro essere più cari sarà compensato”.
Il treno si è messo in moto, bisogna salirci, sapendo che l’Europa preferisce che la domanda nasca dai produttori, per cui Confindustria, Cna e company sono avvisate, se necessario si può anche creare qualcosa di specifico. Magari partendo dal tavolo dello Sviluppo oggi un po’ troppo silente.
@raffaelevitali