di Raffaele Vitali
FERMO – Luca Silenzi, segretario Filctem Cgil di Fermo, si prepara all’autunno caldo dei lavoratori. “Facciamo chiarezza sull’occupazione, soprattutto quando si parla di mancanza di manodopera”. La Cgil ha una fotografia diversa da quella scattata dalle associazioni di categoria nelle ultime settimane.
“Con l’effetto del reshoring di alcune lavorazioni, penso soprattutto alla moda e alla calzatura, negli ultimi mesi le aziende sanno cercando lavoratrici e lavoratori soprattutto per il taglio e l’orlatura”. Di fronte a questo quadro Silenzi chiede onestà: “Queste fasi produttive da 30 anni a questa parte sono state delocalizzate prima nell’est Europa, poi nel nord Africa con il solo scopo di abbattere i costi del lvoro. Da qui la carenza di operai no più formati”.
Il punto quindi è “la mancanza di progettualità da parte delle imprese”. Lo dice forte delle richieste fatte un anno fa, a dicembre, per contrastare la carenza di lavoratori giovanili che invece si trovano nella meccanica. “Primo punto la formazione continua; secondo, la salute e sicurezza che ancora le imprese locali considerano una spesa; terzo è la contrattazione aziendale che non si fa quasi per nulla se non in cinque aziende. E di queste tre sono griffe (Giano e Doucal’s sono le locali, con in più Tecnofilm inun altro settore, ndr)”.
Da qui bisogna quindi partire per la Filctem Cgil “anche per superare l’irregolarità diffusa di lavoro che c’è in provincia”. Per il sindacato “le imprese devono qualificarsi e iniziare a ragionare sul futuro. Bisogna discutere in maniera seria e concreta della qualità del lavoro” ribadisce Alessandro De Grazia che cita il dato dell’ispettorato del lavoro con l’84% delle aziende che mostrano delle irregolarità e l’85% che offre contratti precari.
“Qui ci sono lavoratrici che hanno contratti di lavoro di un’ora e mezza a settimana. O chi oggi è qui a chiedere aiuto dopo un’estate nel settore turismo per stipendi non pagati, per contratti part time che sono diventati lavori fino alle 3 del mattino. Dobbiamo cambiare il sistema di politica industriale, cominciando dai contratti migliorativi chiusi nelle aziende, perché questo qualifica il lavoro in quel posto”.
Altrimenti, inutile lamentarsi per le griffe che portano via personale. “Se le grandi griffe si accaparrano le competenze, è normale. Lì ci sono relazioni sindacali di qualità e il lavoratore è considerato la principale risorsa” ribadiscono i due vertici della Cgil di Fermo. “Il tavolo provinciale ha messo la qualità del lavoro al centro dell’azione collettiva. Come parti sociali è ora di rendere operativo quello che è stato scritto”.
Se le griffe non trovassero migliaia di lavoratori e lavoratrici con contratti fermi al secondo livello, forse non riuscirebbero a prendere chi vogliono. “Qui si lavora ancora sulla logica ad persona, mentre serve una contrattazione che valorizzi tutto il sistema produttivo. Così si supera il problema della non buona immagine che colpisce il settore moda”.
De Grazia lancia l’ultimo messaggio alla politica: “I sindaci possono giocare un ruolo chiave nell’idea dello sviluppo del territorio, ma ognuno ragiona per il proprio orticello, manca una visione di sviluppo complessiva. Da tempo, per esempio, parliamo della riorganizzazione delle zone industriali. Ragionare con i comuni per creare mense interaziendali, spegnendo le macchine alle 16 e non alle 18, riducendo il consumo e migliorando i tempi di vita e lavoro è una necessità. E poi gli orari del trasporto pubblico. Il Comune dovrebbe essere un collante tra imprese e sindacati”.
Anche perché non è tutto oro quello che luccica: “Stiamo già gestendo richieste di cassa integrazione, che ormai è quasi ciclica per almeno 45 giorni in autunno. Abbiamo aziende che soffrono, alcune in concordato e vigiliamo. Poi ci sono i casi eclatanti, domani mattina saremo in tribunale per una causa verso un’azienda calzaturiera molto importante, che negli anni passati ha anche fatto iniziative sull’industria 4.0 che da 37 mesi tiene una donna a casa senza farla lavorare. Questo per dire che ancora nel 2022 registriamo questo tipo di cose, tra l’altro è una orlatrice sessantenne. È davvero fondamentale dialogare e farlo per il bene di tutti” conclude Silenzi.