di Raffaele Vitali
FERMO - Piero Francia, segretario generale Femca Cisl Marche, Francesco Interlenghi, operatore regionale e Cristiano Fiori, segretario regionale Femca Cisl Marche: ecco il trio che finalmente in presenza, “non potete capire quanto si stata difficile l’attività sindacale a distanza”, fa il punto sulla situazione calzaturiera nel fermano. e lo fanno davanti a una sala piena, con distanze e mascherine, di delegati e dipendenti di numerose aziende. Dalle grandi, che hanno un percorso, alle piccole artigianali che richiedo un’attenzione particolare.
NUOVI VERTICI
“Questa – spiega Francia – è una assemblea interaziendale dedicata al Fermano, perché serve un confronto continuo”. Soprattutto in vista del 17 dicembre, quando la Femca Cisl eleggerà i suoi nuovi vertici regionali e verranno dettate le linee programmatiche di una sezione che racchiude 5200 iscritti tra energia, moda e chimica. “La moda pesa per il 50%, poi il 40% la chimica e il 10% l’energia”.
Temi chiave per una Femca che lavora in cloud da tempo, dimostrandosi al passo dei tempi: il lavoro come dimensione della persona; rilancio delle relazioni industriali, vero motore per la partecipazione; certificazione della rappresentanza per evitare fenomeni di dumping; controllo sulle filiere; potenziamento sicurezza; innovazione tecnologica e transizione energetica; prossimità e rappresentanza, vicinanza anche alle piccole imprese dove non ci sono contrattazioni collettive ma know how da difendere.
“Tutto questo lo facciamo partendo da vertici che nelle aziende ci sono passati davvero” ribadisce Francia che come slogan ha scelto ‘esserci per cambiare, cambiare per esserci’. Anche in vista della manifestazione del 20 novembre ad Ancona.
IL FUTURO DEL CALZATURIERO
“Abbiamo sindacalizzate centinaia di aziende, inteso come presenza di almeno un iscritto. Stiamo investendo sulla base, senza presenza diretta non si può presidiare la concorrenza sleale”. Chiaro che poi la Femca sia presente nelle imprese più strutturate. Non semplice trattare, inutile negarlo. “Sono partito da artigiani con due dipendenti, sono arrivato alla Tod’s e oggi seguo Angelini e Pfizer. Le realtà principali hanno una apertura al dialogo, ci sono ampi margini. Il comparto della moda può prendere esempio dal chimico farmaceutico, dove si è inserito il capitolo contrattazione: significa salario, welfare e crescita congiunta attraverso la formazione”. Sembra quasi fantascienza, per i sindacalisti, ma in relatà è così: “Rappresentanti d’azienda, capi reparto e settore, rappresentanti sindacali seduti allo stesso tavolo per crescere. il calzaturiero può prendere esempio da altri comparti”.
AMMORTIZZATORI SOCIALI…PER FORTUNA
Sul tema entra Interlenghi: “La cassa Covid è stata chiesta dall’80% delle aziende. Per il settore della moda, avere avuto la proroga fino al 31 dicembre e il blocco dei licenziamenti fino al termine dell’anno per chi ha la cassa Covid, è fondamentale. questo è un territorio a doppia velocità. Artigiani faticano, altri big arrivano e lavorano, vedi Fendi. Rischiamo di lasciare nell’invisibile centinaia di lavoratori, vedi chi è in cassa integrazione a zero ore da inizio pandemia”.
A livello strutturale, gli artigiani stano usando la cassa senza esitazione, mentre per il mondo industriale è ripresa. “Siamo nel periodo di piena produzione, per l’estivo. Se non si lavora ora, sono guai. Ma non mancano le crisi industriali” prosegue Francia.
FORMAZIONE
“Questa oggi è la nostra cantera”. Ci crede Cristino Fiori, non è solo ammortizzatori sociali il futuro. “Ci sono tanti bandi in questo periodo mirati al rilancio del lavoro. il calzaturiero non attira più i giovani, dobbiamo rilanciare il settore, serve un grande patto tra lavoratori e organizzazioni datoriali”. Per questo servono esempi come è Sorbatti, dove la Femca ha appena firmato un patto sulla formazione per nuove competenze, aderendo al fondo nazionale, che riguarda i 40 dipendenti.
APPELLO ALLA REGIONE
Da dieci mesi i vertici della Femca Cisl hanno scritto alla Regione chiedendo un tavolo di intervento per il monitoraggio delle filiere produttive e la convocazione del tavolo della moda. “Ma ancora nulla. invece bisogna dare un senso a quello che c’è, peso a realtà come Tod’s, Prada e NeroGiardini. Ci sono eccellenze nella politica di filiera, ma troppe senza regole chiare. Con Prada c’è l’accordo integrativo, con Tod’s confronto continuo, con NeroGiardini a disposizione per soluzioni condivise che salvaguardino il lavoro” conclude il segretario generale Francia.