SANT’ELPIDIO A MARE – Ci sono tanti modi per raccontare un territorio. Certo, le parole sono importanti, ma quello che gli occhi vedono e quello che la bocca prova resta unico e soprattutto identifica davvero la nostra esperienza. È il modello Tipicità, quello che Angelo Serri e Alberto Monachesi continuano imperterriti da trent’anni a promuovere nel Fermano, ma ormai in tutto il mondo. Un modello che per due giorni ha la sua casa a Sant’Elpidio a Mare, grazie a Enosophia.
Una scelta non causale quella della città del neo sindaco Alessio Pignotti, perché è da lì che è partito nel 1500 Andrea Bacci, medico e filosofo, ma se vogliamo uno dei primi enologi della storia, capace di studiare i terreni tee le acque, quando ancora non esistevano rilevatori e App. Come quelli che Giorgio Savini, affiancato dalla nipote enologa Martina che rappresenta la nuova generazione, ha inserito tra le vigne della sua azienda Santa Liberata, grazie a un progetto innovativo che coinvolge anche Umani Ronchi e università Politecnica. Un progetto quanto mai attuale in tempi di crisi idrica, come ricorda Pignotti a passeggio insieme a una trentina di fortunati invitati al vernissage di Enosophia iniziato all’interno della vigna bio.
Un perdersi in mezzo a una valle incredibile fatta di vigne, 14 ettari con predominanza di Montepulciano nella tenuta le Rene, e paesaggio, da un lato il mare, dall’altro i sibillini, di fronte il duomo di Fermo, come sempre dominante. E non potrebbe essere diversamente nella terra del Bacci, che di Papa Sisto V fu anche medico personale. Savini è la prima tappa di una sera che si è chiusa alla Locanda dei Matteri, dove la chef con la valigia, Barbara Settembri ha incantato insieme con la natura, visto che dalla terrazza del locale si poteva toccare l’enorme luna rossa che fungeva da luce per tutti i tavoli.
Savini ha raccontato i suoi vini, anche i nuovi che attirano già dal nome, Bizzarro è un rosato frizzante sur lie ottenuto da Sangiovese e Aleatico, una bollicina delicata che lo rende perfetto per gli aperitivi. Così come il vino portato dalla famiglia Bracalente alla cena sulla terrazza della Locanda dei Matteri.
Ma non solo, come ricorda prima il presidente di Assoenologi e poi il sommelier Ais Gianni Strovegli: “Il primo vino, l’Ancestrale della cantina Luci di mezzo, mi ha sorpreso, elegante, profumato non solo da aperitivo. Acidità. Bollicine vellutate. Elegante nei profumi col lampone che resta in bocca”. Perfetto per l’insalatina di coniglio, ma anche per i bottoni di melanzane e agnello di chef Settembri accompagnati dai fiori e dalle verdure di Sbrolla, un partner fidato del mondo di Tipicità.
Un menu del territorio, che racconta la storia della chef e delal sua famiglia, con prodotti locali accompagnati, nell’ultimo piatto con maialino cotto sotto vuoto, dal rosso ‘Vento’ della cantina Agostino Romani. “Un bel vino. Ricorda la prugna appena colta. Equilibrato, ottima sapidità con tannino elegante. Vino che si può mantenere per qualche anno” ribadisce Strovegli.
Si prosegue così, con la cena che diventa un momento di matching, basta vedere i contatti che si è subito aperta l’imprenditrice Di Battista, e di conoscenza, anche tra figure vicine che non si incrociamo, vedi Corradini di Casale Cs e la chef Settembri.
Questo è un caratteristico vernissage di Tipicità, connessione tra figure diverse unite dall’essere parte di una regione splendida che va raccontata e conosciuta, anche se difficile da raggiungere, a meno che non si chiami Enrico Gismondi, che prima di altri ha capito che collegare ogni angolo del territorio è fondamentale.
Raffaele Vitali
