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Buccia di mela al posto della pelle e suola riciclata: ecco Hybrid, la nuova scarpa di Fenni che rispetta la natura

22 Settembre 2021

di Raffaele Vitali

MILANO/GROTTAMMARE – Lo stand è pieno, non c’è un centimetro libero: come sempre Méliné, l’azienda di Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico, presenta una collezione molto variegata. Si trova nel padiglione 4, che con il 2 è da anni ormai il più frequentato dentro il Micam di Milano. Questione di prodotto, ma anche di prezzo, visto che ci espongono quelli della ‘fascia media’, con qualche incursione verso l’alto.

Tra i vari articoli di Méliné, c’è un corner dedicato al mondo naturale. È la linea che in particolare segue la responsabile commerciale, la trentenne Francesca Palestini. Con lei si entra nel mondo di ‘Mln Hybrid’, un nome che richiama alle vetture più ricercate del momento ma che in realtà è una scarpa, completamente made in Grottammare.

Francesca Palestini, che cosa ha di particolare la linea Hybrid che presentate al Micam?

“Se la prendete in mano è difficile capire la differenza da una scarpa normale. E invece, il materiale è fatto con lo scarto delle mele. Una ‘non pelle’. Le mele vengono usate da un’azienda (Frumat, ndr) per fare il succo. Gli scarti, ovvero le bucce e quanto non si mangia, sono ridotti in polvere. A quel punto, aggiungendo del cotone e del poliestere, nasce il tessuto”.

Hybrid parla anche ai vegani?

“Abbiamo due linee e cinque modelli. L’anno scorso avevamo presentato una scarpa fatta con pelle riciclata, quest’anno siamo andati oltre, con linee completamente naturali. Quella in buccia di mela ha un bordino in pelle recuperata, poi c’è il modello vegano, con interno in cotone. E anche la suola nasce nella logica della sostenibilità, utilizzando gomma di recupero”.

Come si lavora la ‘non pelle’?

“Rende molto bene, resta comunque morbida e malleabile. Al piede non si nota la differenza”.

I clienti hanno apprezzato questa linea ecosostenibile?

“I primi ordini sono arrivati da italiani e svizzeri. Poi francesi e anche i buyer libanesi sono rimasti colpiti. Devo però dire che gli italiani si sono dimostrati molto attenti al tema e sono quelli che hanno firmato più ordini”.

Per voi è business o scelta etica?

“Il problema del recupero dei rifiuti è una cosa seria, cominciare a mettere ai piedi scarpe che inquinano meno è una scelta di principio, di certo non solo commerciale. Tra l’altro noi cerchiamo di tenere prezzi non alti proprio per incentivare la vendita. Devi dire che la mela colpisce subito”.

Palestini, il Micam come è andato?

“Tanti buyer europei, ci hanno stupito i francesi che temevamo non venissero per la contemporaneità di altre manifestazioni in Francia, e poi gli americani. Per noi quindi è andata bene, considerando che il nostro fatturato per il 35% è legato all’Italia, altrettanto in Francia e poi Germania e altri paesi europei”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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