di Raffaele Vitali
BRUXELLES – “Dobbiamo spingere sulla regione Adriatico Ionica e dare forza all’intergruppo”. Andrea Putzu alle 8 del mattino, mentre fuori si allineavano i trattori per la grande protesta davanti ai palazzi europei di Bruxelles, ha convocato l’intergruppo del Comitato delle regioni di cui è presidente per fare il punto e discuterne anche con l’europarlamentare Nicola Procaccini e il componente della dg Move Gilles Kittel.
“Dobbiamo sostenere la revisione di Eusair. Dobbiamo fare iniziative sul territorio per stimolare enti locali, università e cittadini, non solo le regioni. Dobbiamo promuovere lo scambio di iniziative a livello locale e regionale all’interno della macroregione” spiega Putzu che ha parlato di prospettive comuni anche con la presidente dell'Umbria Tidei.
Quattro sono i pilatri dentro cui muoversi: crescita blu, connessioni regionali, qualità ambientale e turismo sostenibile. “L’altra novità è l’inserimento dell’allargamento dell’UE come priorità orizzontale”.
Chiara e diretta, avendo a disposizione anche politici di livello superiore, è Eleni Marianou, segretaria generale del gruppo della regione Adriatico ionica: “Chi è qui perché crede nell’iniziativa. Noi vogliamo lavorare assieme a ogni livello, quindi portiamo avanti la strategia, facendola uscire dai fogli di carta. Noi mettiamo assieme le persone, non creiamo una nuova struttura, dalle Camere di commercio (quella delle Marche ha un ruolo chiave) alle città fino alle organizzazioni europee. E sempre più coinvolgiamo i giovani all’interno del percorso Ai-Nurecc. Lo facciamo puntando su ricerca e innovazione, sullo sviluppo delle Pmi e delle competenze”.
Non facile, ne sono consci, ma è anche compito del comitato delle regioni creare un vero legame tra pubblico e privato. “L’economia circolare è una e si realizza per l’intera regione, riguarda ogni territorio e ogni categoria. Dobbiamo arrivare alla Commissione europea e al Parlamento, capitalizziamo i risultati. Incontriamoci, cresciamo, coinvolgiamo i partner usando i fondi per tirocini ed eventi e far crescere la squadra”.
Quello degli scambi culturali e delle iniziative per avvicinare i cittadini all’Europa è un pallino di Putzu. Che ha insistito per avere Procaccini perché “abbiamo bisogno di collaborare con i parlamentari. "Nicola è uno che si impegna, che ascolta e agisce. Sono certo che Procaccini, una volta rieletto, sarà il nostro supporto principale perché la macroregione è fondamentale, ancora di più oggi che si parla di un allargamento che qui è già realtà” prosegue il consigliere di FdI affiancato dalla responsabile dell'ufficio regionale a Bruxelles, Antonella Passarani.
L’europarlamentare di Fratelli d’Italia è laziale, ma nelle Marche si è visto spesso: “Voi – ha esordito rivolgendosi ai membri che vengono da dieci paesi diversi - riempite di concretezza un piano che è bello ma spesso sembra poco concreto. La distanza tra i buoni propositi e le realizzazioni a Bruxelles è spesso ampia. Questo è un piano ambizioso, chiaro che servono tempi e risorse per realizzarlo”.
In primis servono infrastrutture: “Alla Regione Adriatico-Ionica servono infrastrutture materiali di collegamento, non solo per le merci e le persone, ma anche per scambiare idee e opportunità. Servono poi innovazioni tecnologiche e un lavoro comune per arrivare alla tutela dell’ambiente naturale. Possiamo oggi coniugare la protezione dell’ecosistema con la valorizzazione turistica ed economica”.
Temi che per le Marche sono di stretta attualità: “Parlo spesso con il governatore Acquaroli, e non solo perché siamo amici. Le Marche devono recuperare il gap in cui si trovano dal punto di vista infrastrutturale. Ma non solo per vantaggio proprio, è l’Italia che ha bisogno chela regione sia più connessa perché ha un potenziale enorme che può trainare tutto il Paese”.
Ci crede davvero l’europarlamentare sul corridoio Ten-t e sul porto di Ancona, temi trattati anche da Putzu pochi mesi fa durante la missione congiunta con il presidente Svem Santori e il governatore Acquaroli alla Dg Move della Commissione e ribaditi nel suo intervento: “Per raggiungere risultati ambiziosi, servono persone ambiziose. E in questo gruppo ce ne sono. Un gruppo che l’allargamento lo ha trasformato in riunificazione di un’Europa che anche al di fuori ha lo stesso sentire civile. A prescindere dalle idee politiche, questi progetti non hanno colore: per avere successo devono essere trasversali. Io farò il possibile per aiutarvi”.
I compagni di viaggio di Putzu sono quindi tanti e determinati, come il vicepresidente che arriva dalla Croazia ed è uno dei fondatori della strategia Eusair, Nikola Dobroslavic, che a metà maggio nel suo paese ospiterà il forum della macro regione: “Ci spiace l’idea di migliorare Eusair. È nata come strumento per migliorare la qualità della vita, l’economia e la protezione ambientale nelle nostre regioni. È uno strumento efficace ma deve essere migliorato”.
Come? Lo riassumono Putzu e la segretaria Manidou: “Nei negoziati, per i programmi futuri vorremo fondi maggiori per Interreg Europe e per garantire l’allineamento tra quello che viene detto e poi attuato. E poi vorremmo più programmi della politica di coesione sul territorio. Non è impossibile farlo, ma servono risorse e chiaramente ci sono i paesi non Ue che fanno parte delle strategie. Non facile, ma si può fare e chiediamo che possa accadere”.
Anche così crescerà l’embedding tanto caro alla Commissione Europea, ovvero il coinvolgimento diretto dei cittadini: “Servono iniziative faro. Importante evitare la discontinuità tra il vecchio piano di azione e quello nuovo. Dobbiamo assicurare l’attività. Anche questo è il mio impegno, a cominciare dalla riunione della Sedec che il 22 e 23 febbraio si terrà ad Ancona, per la prima volta fuori da Bruxelles” conclude Putzu.