PESARO – Un ko che fa male. Non tanto alla classifica, quanto al morale. E siccome Jasmin Repesa le cose le capisce in anticipo, quanto entra in sala stampa per commentare il 62-86 rimediato contro Brindisi guidata dall'ex Sutor Alberto Morea, è molto duro: “Brindisi era piena di fiducia e ci ha dato uno schiaffone da ogni punto di vista. Sembravano due squadre da sport diversi. Loro pieni di energia. Noi invece, non siamo riusciti a pareggiare durezza fisica, tagliafuori e durezza mentale. Ed era quello che volevo”.
Non vuole sentir parlare degli assenti, a cominciare da Carlos Delfino: “Quando si perde si parla di assenti. Sono scuse. Abbiamo giocato a Venezia senza il capitano e abbiamo vinto. Stiamo vivendo un calo enorme. Non sono stato con la squadra un mese, ma non è una scusa anche questa. Sono tornato e sto provando a mettere a posto”.
Purtroppo, non sta funzionando neppure la sua cura. Tolto il secondo quarto, in cui Brindisi si è rilassata, Pesaro non ha visto mai il pallone. Percentuali da oratorio da tre punti, frutto di scelte e poca concentrazione.
“Si torna in palestra. Si può lavorare, ma qualcuno non merita di stare in questa società. Una società dove c’è tutto per rifare bene, purtroppo qualche scelta è stata sbagliata, ma cercheremo di correggere in corsa”.
A far infuriare il coach è l’atteggiamento in campo: “Il linguaggio del corpo inaccettabile. Ho paura che qualcuno torni con la testa agli anni passati, quando era uguale vincere o perdere. Per me, essendo orgoglioso, non è pensabile. E io – conclude il coach - divento un animale pericoloso se qualcuno lo pensa”.
Neppure il tempo di arrabbiarsi, Trieste è già dietro l’angolo, come la decisione definitiva sul ricorso della Fortitudo contro la preziosa e meritata vittoria della Vuelle. Servirà una squadra più dura, che ritrovi quella fame in difesa che l'ha fatta grande nel girone di andata. Ma servirà anche un contributo maggiore da Eboua, tornato in Italia fuori condizione, visto che non si può sempre sperare che risolva tutto Zanotti, soldato silenzioso ed efficace, ma che di certo non si può improvvisare il generale di cui ha bisogno la compagine del presidente Costa.
Raffaele Vitali