di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO – Protettiva al 99%. Ecco la mascherina made in Montegranaro. Una piccola eccellenza che proietta le Marche tra le Regioni italiane capaci di produrre presidi medici e non solo semplici mascherine traspiranti o protettive. È nata così Breath&You, una mascherina in polilmeri che per il suo debutto ha avuto come testimonial il presidente della regione Marche, Luca Ceriscioli, con tanto di assessore al Bilancio Cesetti e consigliere Giacinti, oltre al sindaco Ediana Mancini.
“Sono qui – spiega Ceriscioli – perché dopo aver passato settimane senza Dpi a disposizione, con il rischio di restare sempre senza, siamo di fronte a un prodotto che ha superato tutte le certificazioni, che non è solo di livello ma originale. A cominciare dal fatto che è prodotto con materiale riciclabile e che non aumenta la produzione di rifiuti, visto che basta cambiare un piccolo filtro per averla sempre come nuova”.
Centra il punto il presidente. L’innovativa mascherina ha delle caratteristiche precise volute, ricercate, progettate e realizzate dalla mente di un manipolo di coraggiosi imprenditori. Coraggiosi perché per arrivare al risultato son stati investiti quasi 100mila euro. “Ora speriamo di fare recuperare una parte grazie al piano Cura Italia “spiega l’avvocatessa Pantana di Macerata che ha seguito tutto l’iter per l’azienda Errepi.
Dietro il progetto c’è una mente, quella di Walter Ferretti, per tutti a Montegranaro Papagnò, che ha pensato la mascherina e che ha avuto il lampo di rivolgersi alle persone giuste, ovvero i fratelli Paniccià, Robertino e Moreno. Fratelli da anni impegnati nella produzione di suole, che hanno avuto la lucidità di cogliere la potenzialità del progetto e di convertire parte della produzione.
Ma c’è anche una quarta persona dietro tutto questo, Paolo Marini con l’azienda Nanni di Porto Sant’Elpidio che da accessorista mette a disposizione la sua rete commerciale. “Una intesa tra aziende che unisce la bravura tecnologica produttiva della Errepi all’abilità commerciale della Nanni, che curerà anche il montaggio finale”.
La mascherina è fatta di più parti e sarà completamente personalizzabile, con tanto di scritta e ogni tipo di colore. “Questo perché – spiegano – ci serviamo anche dei migliori produttori di bottoni ed elastici del distretto lombardo”.
La chicca della mascherina è che basta cambiare il filtro interno ed è come nuova. Questo ha una serie di vantaggi: il primo è che non si butta praticamente nulla se non questo filtro a tre strati, rigorosamente made in Italy. Il secondo è il prezzo. Ovvero, di partenza bisogna spendere circa 40 euro, ma nel kit sono inclusi 30 filtri. Dal 31esimo in poi, il costo sarà massimo di 25 centesimi a filtro, quindi la metà di una mascherina chirurgica. Insomma, più verrà usata e più sarà conveniente.
“La mascherina – spiegano gli ideatori – è anche anti appannante, oltre che perfettamente traspirante, in modo da non appesantire le attività della singola persona ed è pensata fino a un uso di 12 ore con un singolo filtro”. Poi, come ogni oggetto, si igienizza con alcol o normali prodotti nelal parte esterna.
Piacerà al mercato? La prima risposta arriva dall’Inghilterra con un accordo già firmato per la metropolitana di Londra (2mila pezzi). Ma non solo, le richieste ci sono dagli Stati Uniti e da molti paesi asiatici, come Hong Kong e Canada. “Siamo un grande Paese e spesso ce lo dimentichiamo. Siamo passati da essere derisi a modello gestionale, con tanto di prime aziende a livello europeo capaci di esportare mascherine fuori dai propri confini”.
E tutto questo, ribadiscono soddisfatti gli ideatori, sull’asse Montegranaro - Porto Sant’Elpidio. “Torno alla domanda, perché sono qui? Molto semplice, abbiamo la riprova che la nostra manifattura non è solo geniale, ma capace di trasformarsi innovando il sistema sia produttivo sia commerciale. Questa azienda – ribadisce Ceriscioli - è un target perfetto per i nostri bandi di innovazione”.
E non solo, perché c’è anche un doppio risvolto sociale: “Una piccola percentuale di ogni vendita la destineremo alla Croce Gialla di Montegranaro, ma soprattutto entro l’estate apriremo uno stabilimento produttivo in uno dei paesi del cratere sismico. Porteremo lavoro dove serve speranza” concludono i fratelli Paniccià.