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Brand unico, portale di promozione, percorso tra le cantine: Carloni e la Regione puntano sul vino. "Ristoratori e agenzie collaborino"

30 Settembre 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – Il vino ha un potenziale inespresso nelle Marche. Una delle ragioni è la frammentazione delle azioni anche a livello promozionale. Oltre al fatto che la rete tra produttore e consumatore è debole, mancando un vero coinvolgimento della parte intermedia, quella di chi poi il vino lo somministra. “Il vino è come la poesia, che si gusta meglio e si capisce davvero soltanto quando si studia la vita entrando in confidenza con l’ambiente” è la citazione di Mario Soldati, usata dal giornalista Adolfo Leoni, che piace a Mirco Carloni, vicepresidente della regione Marche e assessore all’Agricoltura.

“I produttori ci hanno chiamato, in piena pandemia, per paura di perdere incassi e produzione. Allora abbiamo iniziato a ragionare sul futuro, volendo andare oltre gli aiuti finanziari, che spettano al Governo, e abbiamo usato i soldi della promozione agricola non per promuovere la produzione, ma la somministrazione e la mescita dei vini” esordisce Carloni.

Ecco la prima rivoluzione, frutto di esperienza. “Da uomo di settore (gestisce una decina di locali di famiglia, ndr), ho notato che spesso i nostri vini non vengono venduti con passione. A volte ci innamoriamo delle cose quando ce le raccontano gli altri. Mi arrabbio quando nei ristoranti vendono vini di fuori regione, il vino locale non è per forza il vino economico” ribadisce con forza presentando il suo progetto politico.

“Questo ha comportato che le nostre cantine hanno iniziato a vendere fuori, non confidando nel rapporto con i ristoratori. Che sono lacunosi anche a livello di dipendenti che non conoscono le nostre vigne. Ora, tramite il progetto ‘dalla vigna alla tavola’ e poi con la nuova legge li spingiamo a collaborare tutti insieme”.

È nato il primo bando da 600mila euro che ha finanziato anche la comunicazione delle aziende vitivinicole, inclusa quella social: “Tanti piccoli banner creano un moltiplicatore di conoscenza delle stesse Marche. E poi abbiamo permesso di creare pacchetti turistici ad alberghi, cene nei ristoranti, sistemi che univano vino e locali. E questo coinvolgendo sommelier e scuole alberghiere”.

Sono arrivati 21 progetti e sono arrivate più risorse: 1.2 milioni per sostenerli tutti. “Abbiamo finanziato 341 eventi in ogni angolo della regione. Non assistenzialismo, ma creazione di un sistema capace di parlare di sé. Dobbiamo imparare a raccontare i vini”.

Portare turisti è l’obiettivo, superando anche i problemi di ricettività: “Le Marche non hanno grandi alberghi, ora abbiamo un aeroporto, ma mancano collegamenti. Noi siamo la regione che emoziona e colpisce chi cerca qualcosa di diverso rispetto a Venezia, le spiagge di Riccione o le Dolomiti”.

Prossimo obiettivo una legge sull’enoturismo, sapendo che è uno dei filoni del futuro. “In Provenza hanno creato cantine come luoghi d’arte e spazi di concerti e il vino diventa il capello su tutto. Per questo vogliamo anche dare alle cantine la possibilità di fare mescita, creando anche percorsi del vino, una specie di cammino che unisce tutta la regione” prosegue Carloni che è convinto che fare rete è la strada.

“Succede per il tartufo, ma soprattutto deve accadere per i territori. Impariamo qualcosa anche dalla Toscana che ha creato un suo marchio che brandizza tutti i prodotti. Il cliente quando associa la parola Toscana a un prodotto agroalimentare già ne trae un valore maggiore. La chianina vale più della marchigiana solo per una questione di comunicazione. Iniziamo a capire che non valiamo meno”.

Fatta la legge, Carloni creerà un portale che metterà insieme ogni informazione e una decina di agenzie viaggi che preparano pacchetti di incoming. “Vendiamoci, rendiamo il territorio performante, anche se scarso dal punto di vista ricettivo. Puntiamo su albergo diffuso, b&b, case private, agriturismi e i pochi alberghi che ci sono. Dobbiamo far restare i turisti. Dalla vigna alla tavola è un format che crescerà. Il barolo ha un marketing territoriale sul nulla e nelle Marche vendiamo fettine al barolo, cambiamo tutto questo. facciamolo insieme, intasiamo la rete con la bellezza della nostra regione”.

 IL PROGETTO FERMANO ‘CUSPIDE DELLA TRIADE SACRA’

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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