FERMO – Il Centro Studi Carducci, in vista delle elezioni comunali e regionali, prova a incidere. E lo fa con un documento, corposo che affronta il tema della formazione, della ricerca, delle Partecipate, del turismo e delle unioni comunali, scuola ed economia. “Offriamo spunti da offrire al dibattito politico, in particolare delle Regionali” spiega il presidente Fabio D’Erasmo. Dal brand unico alle infrastrutture, dai borghi antichi al mondo del wedding, quanto potenziale inespresso che va risvegliato per invertire anche il trend turistico che ha perso 2milioni di presenze negli ultimi quattro anni.
Torna d’attualità il tema della Macroregione Adriatico Ionica oltre a quello legato al rapporto con Umbria e Toscana. “Due visioni di crescita su cui riflettere, un modo per far tornare il tema dentro la discussione”. Inevitabile parlare di infrastrutture e distretti sanitari: “Alta velocità, bretelle, terza corsia. Il punto non è parlare e proporre, ma darsi delle immediate priorità con visione ampia. Cambiamo metodo e prendiamo una decisione. Noi vogliamo affrontarlo in maniera determinata, possibile che nessuno porti qui i vertici di Autostrade, o di chi ci sarà tra qualche mese, a discutere in maniera concreta?”.
Due approfondimenti sulla formazione e la ricerca: sinergia, multilivello, interconnessione. “Dobbiamo intrecciarci coni i sistemi produttivi e locali, produrre capitale umano intrecciato con il territorio”. Il Carducci rilancia il tema delle fusioni comunali, le dimensioni ideali cominciando ad accorpare i servizi. “Tanto da fare nel Fermano, magari prendendo a esempio il pesarese in modo da aumentare il livello di qualità con centri di servizi che possono anticipare le fusioni” prosegue circondato dall’intellighenzia del Carducci, che ha contribuito, ognuno peer la sua competenza, al documento.
Credono nel pubblico: “Le società partecipate possono essere un volano di sviluppo. Potremmo pensare a un Iri diffuso”. A livello di turismo e agricoltura abbiamo pensato a dei pilastri: “Punto di forza è il bio, il km0, nella capacità di informare e rendere consapevole la comunità. Sul fronte turistico, partendo dall’idea di Walter Vallesi che da anni incrocia mare e montagna, dobbiamo valorizzare una peculiarità che non ha pari con diversità nel giro di pochi chilometri”.
La necessità di un brand Marche in cui mettere tutto. “Deve essere identificativo e adattabile ai vari settori. Un marchio, per il fermano intanto immaginiamo un ‘ScopriAmo il Fermano’, con una piattaforma operativa che lo renda davvero efficace”.
Non soluzioni magiche, ma spunti di riflessione per orientare chi si candiderà alle Regionali. “Il filo conduttore è l’innovazione. E vale anche per la sanità, dalla telemedicina al rafforzamento delle strutture territoriali. Ma per questo avremo un mini documento, visto che merita un’attenzione maggiore per ragionare sui sette servizi essenziali in ogni territorio delle Marche sud”.
Il Carducci è pronto a incontrare i candidati per presentare il documento. E quando il quadro sarà stabile lo consegneremo. “Abbiamo delle priorità, ma i temi in realtà non sono tanti e sono specifici per ogni assessorato. Per noi è il tema dell’innovazione e della ricerca”.
Un pool di cervelli che ha portato al documento e alla sintesi. “Seduti davanti al mercato coperto, dove dovrà sorgere il centro ricerca che parla ai giovani. Un luogo fondamentale, serve e serve al più presto. Noi abbiamo bisogno di far circolare i cervelli, abbiamo bisogno di una visione glocal. Per cui serve un centro di ricerca indipendente supportato dal pubblico, ma che sia attrattivo anche per menti oggi lontane. Non possiamo perdere questa occasione. Noi offriamo una visione organica, il territorio sappia realizzarla”.
r.vit.