*L’elaborazione dei dati Istat 2023 sulle famiglie in condizioni di povertà nella nostra regione da parte della Cgil Marche, ci restituisce un quadro allarmante. Sono infatti salite all’11% del totale le famiglie marchigiane che vivono sotto la soglia della povertà, fissata sulla base della spesa media per consumo. Un valore di gran lunga superiore a quello registrato nel centro Italia (6,5%) e persino superiore alla media nazionale (10,6%), con un incremento di ben 3,1 punti percentuali rispetto all’anno prima.
A questi dati fanno riscontro quelli relativi al primo semestre del 2024 sull’andamento di un mercato del lavoro, la cui crescente precarietà stabilisce un nesso difficilmente smentibile con l’aumento della povertà.
I numeri parlano chiaro: nelle Marche, tra gennaio e giugno 2024, le aziende hanno assunto 119.398 persone, -1,5% rispetto allo stesso periodo del 2023 e -5,2% in meno rispetto al 2022; sono inoltre diminuite le assunzioni a tempo indeterminato (-5,1%), in apprendistato (-16,3%) e in somministrazione (-9,5%).
La nostra regione, poi, è anche la prima in Italia per il numero di contratti intermittenti (+6,6%) e resta saldamente ai vertici della poco invidiabile classifica del lavoro povero, tanto è vero che nelle Marche le retribuzioni sono tra le più basse rispetto al resto del Paese, specie per le donne che per gli under 30.
Uno scenario inquietante che getta fosche ombre sul futuro di migliaia di famiglie marchigiane, ma che non sembra preoccupare troppo la giunta Acquaroli, visto che negli ultimi quattro anni la Regione Marche ha letteralmente accantonato progetti e proposte capaci di creare un lavoro stabile e di qualità, al fine di migliorare l’attuale modello economico e sociale.
L’interpellanza che ho presentato insieme al gruppo assembleare del Partito Democratico intende sollecitare sia gli investimenti nel sociale, offrendo un’assistenza completa attraverso servizi pubblici e sostegni alle persone più in difficoltà, ma anche azioni mirate a eliminare le cause che generano povertà, emarginazione e disuguaglianze.
*consigliera regionale del Partito Democratico Manuela Bora