di Raffaele Vitali
BOLOGNA – Due punti vale per la classifica, ma il peso specifico della vittoria (70-71) della Carpegna Prosciutto Pesaro a Bologna è molto più grande.
Non solo la VL aggancia la Fortitudo, la squadra di coach Spiro Leka manda un messaggio chiaro e ora definitivo al campionato: ‘Per la serie A ci siamo anche noi’.
Inutile nascondersi, i biancorossi di inizio stagione, quelli impauriti, che perdevano ovunque, che non si passavano la palla e sembravano slegati hanno lasciato il posto a un gruppo sano che ha voglia di sognare.
Ha tante lacune la Carpegna Prosciutto, inevitabilmente nel corso delle partite emergono e sembrano compromettere i finali.
Ma poi c’è il lampo, il quid che manca ad altri. Una volta lo mette Ahmad, un’altra Imbrò, oggi è toccato a King. L’ala americana come un gatto sornione ha aspettato l’ultimo quarto per decidere se diventare decisivo o uscire a testa bassa. La cosa bella è che l’hanno capito i suoi compagni, che gli hanno dato fiducia nonostante un paio di errori quando la Fortitudo sembrava scappare via (60-55).
Qui Leka, di nuovo vincente contro Caja, ha capito di non poter più fare esperimenti con Petrovic da pivot e ha rimesso in campo Zanotti, forse il migliore dei suoi per continuità. Il lungo passato per le minors ha prima stoppato Mian, la guardia che ha tenuto in vita la Fortitudo nei momenti più biancorossi del match, poi ha piazzato la tripla della speranza che ha permesso a King di diventare il re del PalaDozza.
Ammutoliti i 5mila bolognesi, in estasi i 300 tifosi di Pesaro. La partita è stata giocata con intelligenza da Leka, che ha dovuto fare a meno di Quirino De Laurentiis, fermato da un’infiammazione al ginocchio.
Paradossalmente, mentre tutti pensavano che Pesaro avrebbe patito in area, sono stai i piccoli a fare male, soprattutto Mian che ha approfittato della difesa morbida di Imbrò e compagni.
Il finale punto a punto, con il sorpasso di Pesaro arrivato con King a 12 secondi dalla fine. Una tripla che ha condannato anche la scelta folle di coach Caja che ha giocato i palloni decisivi con Thomas in campo, decisamente il peggiore della partita.
Ha meritato Pesaro perché è stata quasi sempre avanti e soprattutto ha saputo reagire nei pochi momenti di difficoltà. Pesaro c’è, il messaggio è chiaro: il gruppo è sano, ognuno sa cosa fare, non ci sono prime donne, anzi ci sono per qualità ma sono spesso al servizio degli altri, come accade quando la palla gira e finisce nelle mani di Lombardi, magari non l’uomo migliore, che si ritrova completamente solo nell’angolo.
Che poi segni o no è un altro discorso, ma è lo schema che funziona. Con questa consapevolezza ora l VL affronterà altre trasferta, sulla carta più semplici e per questo più complesse. Ci arriva per la prima volta con un piede nei play off, mai come ora il futuro è nelle proprie mani. (foto Carpegna Prosciutto Basket Pesaro)