PORTO SAN GIORGIO – È ora di iniziare la mappatura delle spiagge. Perché è l’unica strada che potrebbe permettere almeno a parte dei balneari italiani di non vedere andare all’asta il luogo di lavoro, come previsto dalal Bolkestein.
"Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali" è il verdetto della Corte di Giustizia Ue sollecitata da una questione che vede coinvolti il Tribunale amministrativo regionale della Puglia e il comune di Ginosa (provincia di Taranto), che aveva prorogato, con delibera del 24 dicembre 2020, le concessioni di occupazione del demanio marittimo nel suo territorio.
"I giudici nazionali e le autorità amministrative, comprese quelle comunali, sono tenuti ad applicare tali disposizioni, e a disapplicare le norme di diritto nazionale non conformi ha affermato in conclusione la Corte Ue.
Sulle concessioni la prima ministra italiana Giorgia Meloni nell'incontro con il commissario Thierry Breton la scorsa settimana “ha assicurato che le autorità nazionali in Italia applicheranno molto rapidamente la legislazione europea e che le autorità nazionali procederanno ad allineare la legislazione nazionale italiana alle norme europee”. Bene, ma fidarsi è bene, non fidarsi è meglio: “Naturalmente effettueremo un monitoraggio diretto e molto rigoroso della situazione e saremo in costante contatto con le autorità italiane a questo proposito” ha aggiunto il portavoce della Commissione.
Cosa ne pensano i balneari di questa decisione? “La sentenza della Corte di giustizia europea sottolinea l'importanza fondamentale della verifica della scarsità della risorsa a livello territoriale e nazionale. È un tema che lo Stato membro può e deve gestire, e quindi può valutare anche una diversa applicazione della direttiva sulla concorrenza. In questo senso, la strada intrapresa dal governo italiano, che vuole procedere concretamente con la mappatura delle coste italiane, è quella giusta” commenta Maurizio Rustignoli, presidente Fiba Confesercenti.
“Il governo acceleri nella ricognizione delle concessioni demaniali marittime vigenti, sia convocato con urgenza il tavolo istituito con la recente legge del febbraio scorso, si emani una nuova legge che superi le disposizioni del precedente governo effettuando un corretto bilanciamento fra l'esigenza di una maggiore concorrenza con la tutela dei diritti dei concessionari attualmente operanti” aggiunge Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari.
“Il presupposto per l'applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo è 'la scarsità di risorsa, e cioè l'impossibilità del rilascio di nuove concessioni. È stato chiarito, poi, che 'la scarsità' deve essere stabilita combinando un approccio generale con una valutazione caso per caso. Sotto questo aspetto la Corte smentisce il Consiglio di Stato che, con le note sentenze dell'adunanza plenaria, si è arrogato un compito che spetta allo Stato, stabilendo la scarsità con criteri generici ed astratti e non effettuando una valutazione caso per caso” prosegue la Sib.
“Questa valutazione - riflette il sindacato - costituisce una novità importante sulle possibili soluzioni, che restano di esclusiva prerogativa del nostro Stato. Il governo, pertanto, acceleri nella ricognizione delle concessioni demaniali marittime vigenti per la verifica della ‘scarsità della risorsa’ - ha aggiunto Capacchione - sia, poi, convocato, con urgenza, il tavolo istituito con la recente legge 14 del 24 febbraio scorso. Si emani, nel più breve tempo possibile, una nuova legge che superi le disposizioni fissate dal precedente governo, effettuando un corretto bilanciamento fra l'esigenza di una maggiore concorrenza con la tutela dei diritti dei concessionari attualmente operanti. Lo Stato non tradisca gli imprenditori balneari che hanno avuto l'unico torto di aver creduto nelle sue leggi” conclude il presidente del sindacato che associa oltre 10mila imprese in Italia.
Per tutti è evidente che i tempi sono maturi per affrontare la riforma del codice della navigazione e in particolare dell'articolo 49, che norma la materia del demanio marittimo dal 1942 e che perciò va necessariamente aggiornato alle attuali esigenze del turismo balneare. “Servono bandi che salvaguardino il modello turistico italiano e prevedano requisiti premiali per gli imprenditori che hanno investito" la chiosa dell’avvocato Gianluca Bocchino, esperto di diritto Marittimo.
r.vit.