FORCE – “Il progresso del territorio va portato avanti insieme”. Così Augusto Curti il sindaco di Force finito al centro delle polemiche sollevate dai suoi colleghi della Valdaso in merito all’impianto biodigestore in fase di realizzazione nella zona industriale.
“È evidente la contrarietà. È emersa in ogni incontro con la ditta. E come amministrazione comunale non ci tiriamo indietro. Force fa parte dell’Unione Montana dei Sibillini e si uniformerà alla posizione di tutti gli altri Comuni cosi come ha sempre fatto”.
Curti va anche più in là di casa sua: “Con lo stesso spirito con cui mi unisco al NO al biodigestore sulla Valdaso, sostengo la stessa contrarietà alla realizzazione a quello sulla Valle del Tronto avanzato da Ascoli Servizi e spero che anche i sindaci e comitati che hanno ora espresso le loro valutazioni, possano fare altrettanto”.
Chiarito il punto politico, il sindaco va sul tecnico e tira in ballo la Regione, in particolar modo quella a guida Francesco Acquaroli: “Per opporsi davvero bisogna che la Regioni ritiri l’atto del 20 gennaio in modo da permettere alla Provincia, se lo riterrà, di concludere il proprio iter con un diniego autorizzato essendo quello della Regione Marche, cosi come quello dell'Arpam, pareri vincolanti ai fini autorizzativi”. Del resto si sa: Regione programma, Provincia autorizza.
Nel dettaglio: “L’autorizzazione rilasciata dalla Regione Marche, lo scorso gennaio, al punto 7, dispone di privare i Comuni dell’agglomerato industriale in cui ricade l’area di San Salvatore, del potere di approvare sia la Variante Urbanistica sia il Piano attuativo. In sostanza – prosegue Curti - il provvedimento regionale va a sostituire quello dei rispettivi consigli comunali”. Visione diversa da quella emersa fino a oggi (LEGGI)
Il punto infatti è che “i sindaci non hanno spazi di intervento. Le leggi nazionali favoriscono iniziative come queste, sottraendole di fatto alla concertazione politica. Oggi tocca a me, ma nessuno si senta immune perché potrebbe succedere altrove”.
In chiusura, per quanto riguarda la zona dove dovrebbe sorgere il biodigestore, il sindaco del piccolo comune non vuole passare per quello che non concerta: “Nel 2018 la porzione di terreno, di proprietà del Piceno Consind, oggi individuata per il progetto del biodigestore dalla Società 4R trovò il voto unanime, e un astenuto, di tutti i Comuni (ELENCO) in seno all’assemblea”.
r.vit.