FERMO - Il bilancio della regione Marche divide come e più di sempre il Consiglio.
“Non viene destinato nulla -tuona la consigliera del Pd, Micaela Vitri - neanche per l’abbassamento delle rette degli asili nido, che nelle Marche sono le più alte d’Italia, né per ampliare la fascia delle aventi diritto agli screening senologici, nonostante una mozione votata all’unanimità dal consiglio regionale, né per contrastare il caro energie o per risolvere il problema della carenze di guardie mediche”.
"Una manovra economica all'insegna della prudenza ma che tutela le fasce più deboli e grazie agli investimenti getta le basi per lo sviluppo delle Marche" ribattono i capigruppo del centrodestra Carlo Ciccioli di Fdi, Renzo Marinelli della Lega, Giacomo Rossi di Civici Marche, Jessica Marcozzi di Fi e Dino Latini di Udc-Popolari.
"Tra i principali punti affrontati quello dell'utilizzo dei fondi europei: con la programmazione 2021/'27 abbiamo oltre un miliardo che vogliamo utilizzare al massimo. Un grande bilancio di prospettiva" riprende subito Ciccioli. Ma Manuela Bora la pensa più che diversamente: “Avevano promesso che le schede Mapo, la cui tempestiva compilazione è indispensabile per disciplinare la programmazione delle risorse comunitarie, sarebbero state pronte a dicembre. A oggi, invece, sono ancora al vaglio dei vari assessorati. Ciò significa che, alla prova dei fatti, la giunta regionale non è stata capace di gestire i fondi europei per rispondere ai bisogni di famiglie e imprese”.
Entrando nel dettaglio, la maggioranza spiega che per il cofinanziamento di progetti europei sono stati stanziati 140 milioni di euro, oltre 6,5 milioni di euro per il finanziamento di 152 nuove borse di studio per medici di medicina generale e medici specialisti. Previsti nel triennio oltre 9 milioni di euro per la medicina territoriale e 10 milioni per progetti di vita indipendente. Agli enti gestori di Case di riposo, per fronteggiare le maggiori spese sostenute a causa del Covid e del caro energia, sono stati assegnati 6 milioni mentre gli investimenti per contrastare il dissesto idrogeologico per i prossimi tre anni ammontano a 21 milioni di euro.
"Una manovra improntata alla cautela per via delle emergenze- dice la relatrice di maggioranza, Jessica Marcozzi-. Non ci siamo però limitati a tamponare le emergenze ma abbiamo avuto una visione di medio-lungo periodo. Basti pensare ai 150 milioni di euro previsti per accelerare la realizzazione dell'ospedale di Fermo e dei nuovi ospedali Salesi e Inrca o agli 80 milioni per le infrastrutture". Per le popolazioni colpite dall'alluvione il bilancio stanzia 2,5 milioni di euro come ristori alle famiglie e alle attività, che hanno perduto l'automobile o il furgone industriale mentre sono 9 i milioni previsti nel triennio per favorire i collegamenti dall'aeroporto Sanzio alle principali città italiane. Tra le accuse mosse dalla minoranza anche quella di aver inserito troppi contributi a pioggia nella 'famigerata' tabella E. "Ma – spiegano i capigruppo del centrodestra – su 300 voci oltre 200 finanziano spese obbligatorie mentre le altre vanno ai Comuni per piccole esigenze. Ritengo che le accuse siano poco opportune".
Critiche che non diminuiscono ora dopo ora. “L’intero centrodestra, non solo la giunta, ha compiuto l’imbarazzante scelta di istituzionalizzare il concetto della “mancetta”, stanziando circa 80 mila euro per ciascun consigliere di maggioranza: una sorta di bonus da elargire senza alcun criterio, se non quello delle singole esigenze elettorali. Vale la pena sottolineare che quella cifra equivale quasi all’entità del taglio operato dalla giunta regionale ai rimborsi per le Asp e le Fondazioni che assistono e si prendono cura dei nostri anziani, dei disabili, dei minori in difficoltà, delle persone affette da dipendenze patologiche” riprende Maurizio Mangialardi che annuncia una lunga serie di emendamenti.
L’ex assessore Fabrizio Cesetti è ancora più duro: “Acquaroli non è stato in grado di elaborare un bilancio che possa definirsi tale. Le risorse stanziate vengono in larga parte destinate alle spese obbligatorie e vincolate, lasciando scoperte persino leggi da loro stessi approvate, a partire da quella relativa alla riorganizzazione della sanità che dal 1° gennaio assegnerà personalità giuridica alle Ast.
Così come irrisorie, soprattutto dopo l’alluvione dello scorso settembre, sono le risorse previste per la mitigazione del dissesto idrogeologico di tutta la regione: appena 21 milioni in tre anni. La verità è che sono state ridotti di 800 milioni di euro il capitolo delle spese correnti e di 2 miliardi quello degli investimenti, portandoli rispettivamente a 14.500 euro e 500 euro, per finanziare la tabella E, l’ormai famigerato intervento messo a disposizione dei consiglieri di maggioranza per alimentare il consenso nei loro collegi elettorali”.