FERMO – La Fermana è viva. Dopo nove partite senza vittoria, l’urlo di Bianchimano annichilisce l’Avezzano.
Un primo tempo scoppiettante che finalmente la Fermana chiude in vantaggio. Un 1-0 meritato, anche se l’Avezzano ha avuto la grande chance del pareggio sui piedi di Ferrari. Il rigore, frutto di un errore collettivo tra Tomassini, Cocino e Karkalis costa anche il giallo al portiere Perri, che stende Konate a cui è mancato il guizzo per tirare e segnare. Ferrari a colpo sicuro dagli undici metri, ma centra il palo.
Cinque minuti prima era stato Bianchimano a far esultare i pochi tifosi al Recchioni, continua infatti lo sciopero della curva Duomo. Uno stacco imperioso di testa su corner di De Silvestro. Molto bene Busato in mezzo al campo anche sui contrasti, tiene il passo nonostante i tanti mesi fuori dal campo, il terzino Diouane. Le occasioni sono tante, forse più di quelle viste nell’ultimo mese. È questione di centimetri su una punizione di de Silvestro, è bravo Cultraro su una botta di Busato.
Si riparte così, con la Fermana ‘idealmente’ a meno tre dalla Civitanovese che ha chiuso il primo tempo in svantaggio contro il Termoli.
Nella ripresa per 29 minuti non succede nulla, a parte un guizzo di Perri in uscita. Poi, il lampo di Bianchimano su punizione: tiro perfetto, ma lo stesso palo che ha fermato Ferrari nel primo tempo dice no al bomber della Fermana. L’aria però è cambiata, due chiusure difensive precise dei canarini danno fiducia a Cocino che al 32esimo parte palla al piede, serve de Silvestro che si invola e poi serve al centro Bianchimano che non trova il tiro ma si accorge che dietro di lui arriva al galoppo Mavrommatis.
Palla perfetta, tutti si aspettano il tiro, invece nuovo assist per Bianchimano che ha bisogno di due tiri ma alla fine segna. È il 2-0 che premia la prova degli uomini di Savini, mai così brillanti anche nella corsa. Nel mentre, la Civitanovese da spacciata, era sotto 0-2, trova il pari al 50esimo. Ma quello che contava era il match del Recchioni, la corsa alla salvezza è più viva che mai.
Raffaele Vitali
