*Sarà perché nel giro di pochi giorni si è passati dal centenario della nascita di Enrico Berlinguer alla morte di Assunta Almirante fino alla commemorazione di Ciriaco De Mita. Sarà perché in Parlamento da quando non ci sono più i Fini e i D’Alema i discorsi sono rapidi e scarni. Sarà tutto questo, ma più si avvicina il voto amministrativo e più si sente la mancanza di un bel comizio.
Non tanto per la sua lunghezza, per i contenuti, ma proprio per il bisogno di vedere il candidato all’opera all’aperto, in una piazza, dove tutta la sua capacità di attirare l’attenzione dell’altro viene fuori.
Il comizio è un’arma a doppio taglio: da un lato può suscitare entusiasmo e interesse in chi ascolta, dall’altro quel disinteresse che diventa rumore, se non fischio, che costringe l’oratore a cambiare marcia, a reagire.
Invece, ecco che da Sant’Elpidio a Porto San Giorgio si vive sui social, si punta al like, o dentro sale con aficionados, spesso per la maggior parte componenti delle liste perché non si può rischiare il vuoto, che aspettano solo di sentirsi dire qualcosa che già sanno.
Mancano i comizi, soprattutto nei comuni, dove il sindaco non è solo l’uomo da eleggere ma ‘uno di noi’, dicono in tanti. Se il sondaggio Tecnè da noi pubblicato evidenzia che il 60% dei cittadini ritiene di avere un giudizio negativo e di non conoscere i candidati di Sant’Elpidio a Mare, qualcosa non va.
Anni fa si faceva a gara per avere il palco in piazza l’ultimo giorno di campagna elettorale. C’erano i turni. Oggi, la piazza, potendo si evita. Ma sapere se il sindaco è in grado di resistere alle critiche e all’applauso che emoziona non è cosa da poco. Ma come sempre, da anni, lo si scoprirà solo una volta che uno avrà indossato la fascia.
*direttore www.laprovinciadifermo.com