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Beko Europe, Acquaroli a Comunanza: "Faremo il possibile per salvare il lavoro". Marinangeli: serve un tavolo nazionale

22 Novembre 2024

di Raffaele Vitali

COMUNANZA – Da un lato si muove la politica, dall’altra i lavoratori, per quello che possono. Prima un sit in, poi assemblee, forse presto uno sciopero. Tutto pur di salvare lo stabilimento Beko Europe di Comunanza dove 320 famiglie attendono il loro destino, che per il colosso sembrerebbe deciso: chiusura a fine 2025.

A Comunanza è arrivato il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, che ha l’arduo compito di far diventare questa vicenda una vertenza nazionale, lavorando sul compagno di partito, il ministro Urso. Al suo fianco il sindaco Domenico Sacconi, che di professione è imprenditore e quindi ben comprende i due aspetti, quello economico e quello sociale.

“Qui sono in corso investimenti miliardari per la ricostruzione pubblica e privata e per rigenerare l’economia oltre che per la realizzazione di nuove infrastrutture come la Pedemontana. È inaccettabile che, in pochi minuti, si voglia cancellare tutto: passato e futuro di una comunità intera. Questo stabilimento – ha ribadito Acquaroli parlando a lavoratori e sindacati – è attivo dal 1973 ed è un pilastro per l’economia”.

Preoccupazione quindi, ma anche determinazione: “La tutela dell'occupazione è una priorità assoluta, useremo ogni strumento”. Il sindaco ha in mano la ‘bomba’ e non vuole farla esplodere. Ma in attesa di risposte, la paura c’è: “Dobbiamo pensare anche all’aspetto psicologico di chi ci lavora, di chi ogni giorno viene e continuerà a venire a Comunanza. Questa non è una fabbrica come le altre, è un pezzo della comunità”.

Non a caso tutti i sindaci del circondario si stanno mobilitando e il 2 dicembre parteciperanno a una importante iniziativa pubblica che coinvolgerà anche la sottosegretaria al Mef Lucia Albano.

È intervenuto nelle stesse ore anche il ‘vicino’ di casa, il primo cittadino di Amandola, Adolfo Marinangeli: “Siamo vicini ai lavoratori della Beko e di tutto l’indotto. Spero che si apra quanto prima un tavolo nazionale di confronto:vanno attivate tutte le iniziative di competenza, anche di carattere normativo, utile al mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi dello stabilimento e al suo auspicabile rilancio. Per mandare un segnale istituzionale, il 25 novembre abbiamo inserito un punto all’ordine del giorno del consiglio comunale peer votare un documento che spero unitario in favore dei lavoratori”.

Acquaroli in questo non ha dubbi, il messaggio che manda è semplice e chiaro: “Certi asset sono fondamentali non solo per il territorio, ma per la continuità e la stabilità industriale del Paese. Abbiamo ascoltato i lavoratori e le forze sindacali, che comprensibilmente vivono una situazione di forte apprensione. Ma questo stato d’animo è condiviso da tutti noi. Ci troviamo di fronte a una vicenda che non solo è irricevibile, ma che, per il metodo con cui è stata condotta, è offensiva nei confronti della storia di uno stabilimento produttivo che rappresenta 50 anni di lavoro, di comunità e di un indotto prezioso per le Marche”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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