COMUNANZA - Sono 320 i posti di lavoro che salteranno nello stabilimento di Comunanza se il piano della Beko sarà confermato. Un colpo letale per il futuro dei Sibillini, per intere famiglie che hanno creduto e continuano a credere nelle aree interne
Beko Europe ha incontrato i sindacati nella sede del Mimit e ha provato a convincere tutti con un progetto che non prevede delocalizzazione produttiva in altri paesi e che punta a investimenti per 110 milioni di euro con un focus su cottura da incasso, ricerca e sviluppo e funzioni strategiche.
Fino a qui, tutto bene. Peccato che il piano prevede anche il ridimensionamento della produzione di frigoriferi da incasso a Cassinetta, con chiusura di due linee su cinque; nessun investimento per le categorie della refrigerazione e del lavaggio con impatto su siti di Siena e Comunanza per i quali si avvierà un processo di reindustrializzazione, con l'obiettivo di favorire la riconversione delle attività produttive.
Unico punto rasserenante è che le produzioni attuali continueranno per tutto il 2025. Entrando ne numeri, gli esuberi relativi a Cassinetta, Siena e Comunanza sono stimati in 1.151 unità. Gli esuberi nell'area impiegatizia e dirigenziale sono stimati in 678 unità. Per Comunanza si parla di 320 posti di lavoro.
“Non abbiamo aperto procedure di licenziamenti collettivi unilaterali, siamo subito disponibili ad avviare un tavolo al fine di approfondire il confronto con Governo e parti sociali per individuare le soluzioni più idonee a minimizzare le conseguenze sociali del piano su livelli occupazionali" precisa in una nota Beko Europe.
“Il piano annunciato oggi - spiega l'azienda – rappresenta una soluzione concreta che permetterà una presenza stabile e di lungo periodo in Italia, grazie ad un assetto che riflette le mutate condizioni del mercato globale, il difficile scenario competitivo cui il settore è sottoposto in Europa, dovuto alla perdurante concorrenza dei produttori dell'Estremo Oriente (in particolare dalla Cina) e il mutato livello di domanda che ha condotto nel corso degli ultimi anni ad un livello di capacità produttiva di alcuni stabilimenti significativamente al di sotto del necessario equilibrio economico-finanziario".
Con questi tagli, il resto della produzione italiana resterà “sostenibile e profittevole nel lungo periodo. Attualmente, gli stabilimenti italiani operano al di sotto del 40% della capacità installata, oltre il 20% in meno rispetto al 2017 (anno in cui il mercato europeo registrava gli stessi volumi di vendita attuali), e generano perdite annue significative, nell'ordine di decine di milioni di Euro, da oltre sette anni".
Con riferimento al lavaggio, il sito di Comunanza, nonostante i rilevanti investimenti ricevuti negli ultimi anni, è in condizioni critiche dal punto di vista della sostenibilità economica nel lungo periodo e della possibilità di mantenere in vita le attività con un livello sostenibile di produzione profittevole". Per entrambi i siti "verranno esplorati tutti i possibili percorsi per individuare partner che possano attuare un processo di reindustrializzazione, con l'obiettivo di favorire la riconversione delle attività produttive".
È inoltre previsto un adeguamento della forza lavoro sui siti di Melano (An) e Carinaro (Ce) stimata in diminuzione rispettivamente di circa 60 e 40 unità. Le funzioni centrali basate in Italia - (uffici regionali di Milano e Fabriano, ed unità di Ricerca e Sviluppo di Cassinetta di Biandronno (Va), Milano e Fabriano (An) saranno oggetto di una revisione delle presenze. Questo intervento si inserisce nell'ambito di una riorganizzazione dei ruoli operativi all'interno del contesto globale di Beko, così come l'ottimizzazione della forza vendite relativa alla fusione delle attività commerciali delle due entità di provenienza.
“La chiusura dello stabilimento di Beko Europe a Comunanza va assolutamente scongiurata perché determinerebbe un grave danno per tutto quel territorio che, con grande volontà, sta cercando di risollevarsi dopo le conseguenze del sisma del 2016” commenta il commissario straordinario al sisma 2016 nel Centro Italia, Guido Castelli.
Politica e sindacati si aspettano che il Governo eserciti la golden power. “A Comunanza e in tutto il cratere sisma stiamo realizzando un'azione strutturale di rilancio e sviluppo economico che non può essere minata da azioni come quella comunicata oggi. - prosegue Castelli - Il lavoro, nei nostri territori, è vitale per contrastare il fenomeno dello spopolamento e sono certo che verranno compiute tutte le azioni necessarie per tutelare i dipendenti e l'indotto”.
Riprende il conetto il senatore Francesco Verducci: “Una giornata drammatica per migliaia di lavoratori e per migliaia di famiglie. L'annuncio da parte di Beko (ex-Whirlpool) della chiusura nel 2025 degli stabilimenti di Comunanza e Siena, e del ridimensionamento di quelli di Cassinetta (Varese) con il licenziamento di oltre duemila lavoratori è un colpo tremendo ad una intera filiera industriale e ad interi territori. Il Governo intervenga immediatamente, facendo leva su tutte le sue prerogative, per evitare un disastro industriale e sociale colossale. Servono investimenti e tutela dell'occupazione. L'inerzia del Governo è inaccettabile”.
“Il piano industriale proposto oggi da Beko Europe, che sembra prevedere anche la chiusura dello stabilimento di Comunanza, è inaccettabile, irricevibile e assolutamente non sostenibile” ribadisce il presidente della Regione Francesco Acquaroli.
“Oggi Beko Europe ha sostanzialmente ufficializzato la chiusura dello stabilimento di Comunanza a fine 2025. Una decisione tragica che non può essere accettata nella sostanza come nel metodo. Grave l'assenza del Ministro Urso al tavolo fissato con i Sindacati. Il Governo ha infatti il dovere di presidiare le trattative, mettendo in campo tutti gli strumenti normativi e politici necessari per scongiurare questo atto di violenza, nei confronti di un territorio già martoriato dal sisma. In questo senso non sono più ammissibili le mezze verità sul tema del Golden Power, il cui perimetro e la cui operatività vanno definitivamente resi noti” chiosa Augusto Curti, deputato Pd.